
Ogni anno, l’Autorità europea del lavoro fornisce informazioni sullo stato del mercato del lavoro attraverso la serie di relazioni EURES sugli squilibri occupazionali. La settima edizione della relazione offre un quadro ancora più dettagliato grazie all’adozione di nuovi metodi, che consentono di comprendere meglio ciò che sta accadendo, dove e perché.
Cosa aspettarsi, quindi, da questa nuova edizione?
Lo stato attuale della carenza di competenze
Sebbene il mercato del lavoro mostri segnali sempre più positivi e i tassi di occupazione siano nettamente migliorati rispetto a qualche anno fa, persistono squilibri tra domanda e offerta, squilibri che, con tutta probabilità, sono destinati a perdurare. Perché? Negli ultimi anni sono emersi nuovi fattori, che hanno introdotto parametri inediti con cui dobbiamo confrontarci: i cambiamenti demografici (compreso l’invecchiamento della popolazione), i progressi tecnologici, le transizioni verde e digitale, l’incapacità di rendere attrattive alcune professioni. Tutto ciò concorre a lasciare «vuoti» interi settori chiave. Al contrario, in alcuni ambiti si registra una sovrabbondanza di offerta.
Le carenze di manodopera sono particolarmente evidenti tra saldatori, operatori sanitari, cuochi ed elettricisti. Le eccedenze, invece, riguardano soprattutto il settore amministrativo e altre professioni simili, che - non a caso - sono tra quelle maggiormente colpite dall’introduzione dell’intelligenza artificiale.
I lavoratori e le lavoratrici coinvolti
L’ultima relazione mette in evidenza le tipologie e le caratteristiche dei lavoratori impiegati nei settori interessati da carenza ed eccedenza di posti di lavoro. La disparità di genere sembra essere un aspetto critico. Le donne rappresentano solo il 29 % degli occupati nei settori con carenza di personale, in particolare quelli storicamente a prevalenza maschile, come l’edilizia e l’ingegneria. Al contrario, nelle occupazioni con un surplus di offerta, soprattutto quelle amministrative, la presenza femminile sale al 62 %.
Un altro gruppo demografico penalizzato è costituito dai giovani. La loro presenza nelle professioni con carenza di personale rimane limitata, il che solleva preoccupazioni su cosa accadrà quando i lavoratori più anziani andranno in pensione.
A questo si aggiunge il problema della mancanza di competenze digitali: attualmente, solo il 5,6 % degli adulti europei possiede competenze digitali di base, per non parlare di quelle avanzate ormai richieste da un mercato del lavoro in continua evoluzione.
I settori dei trasporti e della logistica sotto la lente d’ingrandimento
Se l’edizione precedente della relazione forniva una panoramica dettagliata della carenza di manodopera nell’edilizia, questa edizione si concentra sul settore dei trasporti e della logistica, che da tempo si trova al centro di una crisi legata alla carenza di manodopera. In particolare, dalla pandemia di COVID-19 in poi, il numero di conducenti di mezzi pesanti è rimasto basso, mentre il volume degli ordini dei clienti continua a crescere. Perché accade questo?
La crisi del settore è dovuta principalmente alla difficoltà nel reclutare nuove, e più giovani, risorse. I pensionamenti lasciano posti vacanti che rimangono scoperti. Inoltre, le condizioni di lavoro nel settore hanno scarsa attrattiva: orari lunghi, isolamento sociale e problemi legati alla sicurezza spingono molti a riflettere due volte prima di intraprendere una carriera nel settore dei trasporti. La relazione menziona inoltre criticità come il lavoro non dichiarato e il falso lavoro autonomo, che danneggiano ulteriormente la reputazione del settore e ne compromettono le prospettive future.
La strada da seguire
Secondo la relazione, un passo fondamentale per affrontare le carenze e le eccedenze di manodopera consiste nell’investire nelle competenze, preparando le persone soprattutto alla rivoluzione digitale. Iniziative come l’Unione delle competenze migliorano la qualità dell’istruzione e della formazione e promuovono l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, aumentando così l’occupabilità delle persone. Inoltre, un maggiore coinvolgimento nell’istruzione STEM può contribuire a colmare i divari generazionale e di genere nonché le disuguaglianze sociali che ancora persistono in tali ambiti, aprendo la strada a una più ampia gamma di opportunità professionali.
Per saperne di più, leggi il testo integrale della relazione qui.
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Dettagli
- Data di pubblicazione
- 2 luglio 2025
- Autori
- Autorità europea del lavoro | Direzione generale per l’Occupazione, gli affari sociali e l’inclusione
- Temi
- Notizie sul mercato del lavoro/notizie sulla mobilità
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