Quanti cittadini polacchi vivono attualmente all’estero, e quali sono i motivi più comuni per lasciare la Polonia?
Secondo l’istituto statistico polacco, nel 2018 circa 2,5 milioni di polacchi vivevano all’estero, di cui l’81 % nell’UE. Il maggior numero di lavoratori mobili polacchi si trovava in Germania, nel Regno Unito, nei Paesi Bassi e in Irlanda. I motivi principali per trasferirsi in questi paesi sono le migliori opportunità lavorative e gli stipendi più elevati, il tenore di vita più alto, le migliori condizioni sociali, i sistemi fiscali favorevoli e una pubblica amministrazione migliore.
Perché alcuni lavoratori mobili polacchi scelgono di tornare in Polonia?
Vi sono molte ragioni che spingono tale fascia di lavoratori a voler tornare, quali:
- ragioni personali (essere più vicini alla famiglia e ai propri cari, o prendersi cura dei parenti anziani), e la nostalgia di casa;
- la scadenza del contratto di lavoro;
- problemi di ostilità o xenofobia nel paese ospitante;
- mobilità a catena dei ritorni (quando il ritorno di una famiglia comporta anche il ritorno di altre famiglie);
- decisione di avviare un’attività in Polonia;
- incertezza in merito alla pandemia di COVID-19.
Quali sono le sfide più comuni che i lavoratori mobili polacchi sono tenuti ad affrontare al loro ritorno?
È difficile a dirsi, essendo l’esperienza di ognuno di essi diversa. Taluni hanno difficoltà ad adattarsi al modo di lavorare polacco. Ad esempio, i lavoratori mobili di ritorno dal Regno Unito hanno difficoltà ad abituarsi al rapporto tra dipendente e dirigente, che è molto più gerarchico in Polonia. Altri incontrano ostacoli di carattere amministrativo, o hanno problemi col livello di assistenza sanitaria. Per i bambini che sono andati a scuola all’estero, può rivelarsi difficile adattarsi al sistema scolastico polacco.
Come aiuta EURES Polonia i lavoratori mobili di ritorno a trovare un lavoro?
La rete EURES è in grado di fornire molte informazioni per coloro che pianificano di rientrare nel proprio paese di origine, tra cui:
- primi passi importanti una volta rimpatriati;
- opportunità d’impiego e assistenza nella redazione di un CV;
- consulenza in materia di sicurezza sociale (indennità di disoccupazione, assicurazione sanitaria, assegni familiari, congedo parentale, indennità di invalidità e pensioni);
- progetti nazionali e iniziative in atto;
- assistenza all’inserimento professionale.
Il sostegno personalizzato è importante, per consentire al lavoratore mobile di ritorno di stabilirsi con successo nel proprio paese. Abbiamo preparato un opuscolo sulla vita e il lavoro in Polonia, che è disponibile in polacco, inglese e tedesco.
Un altro esempio è un progetto coordinato dall’ufficio di collocamento a Danzica, denominato «Pomerania: torno qui, lavoro qui.» Il progetto si rivolge ai residenti della provincia di Pomerania di età superiore a 30 anni che sono vissuti per più di 6 mesi in Belgio, Francia, Germania, Irlanda, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito o Svezia, e che sono ritornati in Polonia meno di 6 mesi fa. È realizzato su misura per aiutare le persone di età superiore a 50 anni, le donne, le persone affette da disabilità in cerca di occupazione e le persone scarsamente qualificate. Offre corsi e formazione professionale gratuiti, consulenza in materia di carriera, sostegno nella ricerca di un lavoro nella provincia di Pomerania, indennità di trasloco e certificazione, consulenza legale e psicologica, borse di formazione, rimborsi delle spese di viaggio e altro ancora.
Come può EURES sostenere i datori di lavoro nell’assumere i lavoratori mobili polacchi di ritorno?
EURES può aiutare i datori di lavoro in vari modi, ad esempio organizzando fiere del lavoro dedicate online, o sensibilizzando i datori di lavoro in merito al potenziale dei lavoratori mobili di ritorno. Per esempio, nel maggio 2019 il governo polacco ha deciso di fare qualcosa che non era mai stato fatto in precedenza: una fiera del lavoro a Londra, per i polacchi che stavano prendendo in considerazione la possibilità di ritornare in patria. L’evento ha avuto un riscontro positivo, coronato dalla presenza di circa 1 000 visitatori e 30 espositori: grandi aziende polacche, società internazionali che operano in Polonia e istituzioni nazionali.
Vi sono altre iniziative in Polonia a sostegno dei lavoratori mobili di ritorno?
Sì; ad esempio, l’Agenzia nazionale per gli scambi accademici ha varato il programma Rientri in Polonia, al fine di incentivare il ritorno dall’estero degli scienziati polacchi. Lo scopo di questa iniziativa è di consentire a scienziati polacchi di rilievo di ritornare e prendere servizio presso istituti d’istruzione superiore, istituti scientifici e centri di ricerca polacchi.
Vi è inoltre un portale d’informazione, la cui finalità è supportare e facilitare il rientro in Polonia dei lavoratori mobili. Il servizio permette agli interessati di formulare domande sulle formalità relative al rientro in Polonia, quali l’iscrizione dei figli nelle scuole polacche, le detrazioni fiscali, l’assicurazione sanitaria e la registrazione dei documenti di stato civile stranieri. Il portale offre anche consulenza psicologica per preparare al rientro gli interessati e le loro famiglie.
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Dettagli
- Data di pubblicazione
- 11 dicembre 2020
- Autori
- Autorità europea del lavoro | Direzione generale per l’Occupazione, gli affari sociali e l’inclusione
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