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EURES (EURopean Employment Services)

Informazioni sul mercato del lavoro: Italia

24/02/2025

Livello nazionale - Italia

(*) I dati presentati in questa relazione coprono un arco temporale diversificato, in quanto si basano sulle informazioni più aggiornate disponibili per ciascun indicatore, con un aggiornamento fino a dicembre 2024.

Mercato del lavoro

Al 1º gennaio 2024, la popolazione dell’Italia era di circa 59 milioni di persone. Nel 2022 il prodotto interno lordo pro capite era di 33 000 EUR, un valore inferiore del 6,8 % rispetto alla media dell’UE-27, che era di 35 400 EUR per abitante. Tra il 2018 e il 2022, il prodotto interno lordo pro capite è aumentato del 11 %.

 

PRODOTTO INTERNO LORDO (PIL) PER ABITANTE IN EUR20192020202120222023
Italia30 10027 90030 80033 000NA
UE-2731 30030 10032 70035 400NA

Note: nama_10r_2gdp, Statistics | Eurostat (europa.eu)

Nel 2023 più di 25,5 milioni di persone erano attive sul mercato del lavoro in Italia. Il tasso di occupazione è stato del 61,5 %, inferiore di 8,9 punti percentuali rispetto alla media dell’UE-27 e superiore di 2,9 punti percentuali rispetto al 2018.Nel 2023, per le donne il tasso di occupazione è stato del 52,5 %, per gli uomini del 70,4 % e per i giovani è stato del 20,4 %, il tutto al di sotto della media dell’UE.

Tasso di occupazione (%)20192020202120222023
TotaleItalia59.158.158.260.161.5
UE-2768.467.568.369.870.4
MaschiItalia68.167.267.169.270.4
UE-2773.872.873.374.775.1
FemmineItalia50.24949.451.152.5
UE-2763.162.263.364.965.7
GiovaniItalia18.416.717.519.820.4
UE-2733.431.432.734.735.2

Note: lfst_r_lfe2emprt, data refer to working age population (15-64), youth age group (15-24)  Statistics | Eurostat (europa.eu)

Il tasso di disoccupazione nel 2023 ha mostrato un leggero allineamento con il livello del 2022. Il tasso di disoccupazione nel 2023 non aveva ancora raggiunto i livelli precedenti alla pandemia, che erano del 10,8 % nel 2018 e del 10,1 % nel 2019. Il tasso di disoccupazione è costantemente superiore alla media dell’UE-27. Nel 2023 è stato superiore di 1,7 punti percentuali in Italia rispetto all’UE-27.

 

Nel 2023 l’85 % della forza lavoro attiva proveniva dall’Italia, il 4,2 % da altri Stati membri dell’UE e il 10,9 % da paesi terzi. All’interno dell’UE-27, a partire dal 2023, è stato osservato che la maggior parte della forza lavoro (in media l’85 %) proviene dal proprio paese di appartenenza; le restanti percentuali sono costituite da lavoratori provenienti da altri Stati membri dell’UE (4,3 %) e da paesi terzi (10,5 %).

 

Nel 2022 la maggior parte dei dipendenti lavorava nel settore manifatturiero (21,7 %), seguito dal commercio all’ingrosso e al dettaglio, dalla riparazione di autoveicoli e motocicli (19,3 %), dalle costruzioni (8,9 %) e dai servizi di alloggio e di ristorazione (8,8 %). Per quanto riguarda il numero di imprese, la maggior parte opera nel settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli (23,7 %), seguito dalle attività professionali, scientifiche e tecniche (20,1 %) e dalle costruzioni (12,1 %).

 

In Italia, la percentuale più elevata di dipendenti (41,8 %) ha lavorato in microimprese con un massimo di nove dipendenti. Queste imprese rappresentano la maggioranza (il 95 %, ossia 4 357 946) fra tutte le imprese presenti nel paese. Il 25 % degli occupati lavorava in grandi aziende con più di 250 dipendenti, il 13,5 % degli occupati lavorava in medie aziende con 50-249 dipendenti, il 10,2 % degli occupati lavorava in piccole aziende con 10-19 dipendenti e il 9,5 % degli occupati lavorava in piccole aziende con 20-49 dipendenti.

VPosti vacanti

Nel 2024, in Italia, i gruppi professionali con il maggior numero di professioni caratterizzate da carenza di personale erano i seguenti: operatori di impianti e macchinari fissi, professionisti legali, sociali e culturali e addetti alle vendite.

Per saperne di più sulle carenze e sulle eccedenze di manodopera in Europa: Carenze ed eccedenze di manodopera in Europa 2023 | Autorità europea del lavoro (europa.eu)

Percentuale di posti di lavoro vacanti

Per quanto riguarda la percentuale di posti di lavoro vacanti (definito come il numero di posti di lavoro vacanti espresso come percentuale della somma totale dei posti occupati e dei posti vacanti), nel 2023 era pari al 2,3 % nell’industria, nelle costruzioni e nei servizi, valore che si allinea quasi perfettamente con la media dell’UE-27. Il tasso in questione ha registrato un incremento di 0,1 punti percentuali rispetto al 2022, raggiungendo un valore ancora superiore a quello registrato nel 2020, che era dell’1,4 %.

Percentuale di posti di lavoro vacanti (%)20192020202120222023
Italia1.40.91.82.22.3
UE-272.31.82.432.8

Note: jvs_a_rate_r2, Statistics | Eurostat

I settori che hanno registrato le percentuali più alte di posti vacanti sono state quelle relative alla sanità e all’assistenza sociale, all’istruzione, alle arti, all’intrattenimento e al tempo libero, all’amministrazione pubblica e alla difesa, alla previdenza sociale obbligatoria, nonché ai servizi amministrativi e di supporto.

Percentuali di posti di lavoro vacanti per settore20192020202120222023
Attività estrattive e di cava1.20.30.51.11.3
Attività manifatturiere1.10.71.522
Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata0.80.611.21.1
Fornitura di acqua; reti fognarie, gestione dei rifiuti e attività di bonifica0.90.91.21.21.6
Edilizia2.11.22.93.23.3
Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli1.10.71.61.92
Trasporti e magazzinaggio1.10.71.11.41.6
Attività di alloggio e ristorazione2.71.22.73.73.9
Informazione e comunicazione1.91.32.42.82.8
Attività finanziarie e assicurative0.70.60.811.1
Attività immobiliariNANANANANA
Attività professionali, scientifiche e tecniche1.71.72.532.8
Attività amministrative e di servizi di supporto10.61.31.61.6
Istruzione1.81.11.81.82.3
Attività sanitarie e di assistenza sociale1.21.31.61.61.9
Attività artistiche, di intrattenimento e ricreative1.91.21.82.62.5

Note: jvs_a_rate_r2, Statistics | Eurostat

Portali del lavoro comunemente utilizzati

Nome dell’organizzazione proprietaria/amministratrice del portale (nome nativo e nome in inglese)Tipo di organizzazione (pubblica, privata)URL/link
   
Ministero del Lavoro e delle politiche socialiPubblica amministrazione nazionalehttps://www.cliclavoro.gov.it/
Abruzzo – Amministrazione regionaleAmministrazioni regionaliwww.selfi.regione.abruzzo.it
Puglia – Amministrazione regionaleAmministrazioni regionalihttps://www.sistema.puglia.it/portal/page/portal/SistemaPuglia/EURES
Amministrazione della provincia autonoma di BolzanoAmministrazioni regionali

http://www.provinz.bz.it/arbeit

http://www.provincia.bz.it/lavoro

Amministrazione della provincia autonoma di TrentoAmministrazioni regionali

www.agenzialavoro.tn.it

 

Basilicata – Agenzia provinciale per l’Istruzione e la formazione professionale, l’orientamento e l’impiego (AGEFORMA)Amministrazioni regionali

http://eures.web.regione.basilicata.it/

www.ageforma.it

Calabria – Amministrazione regionaleAmministrazioni regionali

https://lavoro.regione.calabria.it/

https://www.regione.calabria.it/dipartimento-lavoro/aree-tematiche/eures/

Campania – Agenzia regionale per il lavoro (ARLAS)Amministrazioni regionalihttps://lavoro.regione.campania.it/index.php/home/servizi/la-rete-regionale-dei-servizi/rete-dei-servizi/eures-opportunita-di-lavoro-in-europa
Emilia Romagna – Agenzia regionale per il lavoroAmministrazioni regionalihttps://www.agenzialavoro.emr.it/lavorare-in-europa
Friuli Venezia Giulia – Amministrazione regionaleAmministrazioni regionalihttp://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/formazione-lavoro/servizi-lavoratori/FOGLIA6/
Lazio – Amministrazione regionaleAmministrazioni regionalihttps://www.regione.lazio.it/cittadini/lavoro/eures
Liguria – Amministrazione regionaleAmministrazioni regionaliwww.formazionelavoro.regione.liguria.it
Lombardia – Amministrazione regionaleAmministrazioni regionali

https://www.afolmet.it/cerchi-personale-in-europa-eures/

https://www.afolmet.it/lavoro-allestero/

Marche – Amministrazione regionaleAmministrazioni regionalihttps://www.regione.marche.it/Regione-Utile/Lavoro-e-Formazione-Professionale/Eures-servizi-alla-mobilit%C3%A0-professionale
Molise – Agenzia regionale Molise lavoro (ARML)Amministrazioni regionaliwww.moliselavoro.it
Piemonte – Agenzia Piemonte lavoro (APL)Amministrazioni regionalihttps://agenziapiemontelavoro.it/servizio/eures-la-rete-per-lavorare-in-europa/
Sardegna – Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro (ASPAL)Amministrazioni regionalihttps://www.aspalsardegna.it/aspalpost/eures/
Sicilia – Amministrazione regionaleAmministrazioni regionalihttp://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/PIR_PORTALE/PIR_LaStrutturaRegionale/PIR_Assessoratofamigliapolitichesocialielavoro/PIR_DipLavoro/PIR_Areetematiche/PIR_Sostegnooccupazione/PIR_EURES
Toscana – Agenzia regionale toscana per l’impiego (ARTI)Amministrazioni regionalihttps://arti.toscana.it/
Umbria – Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro (ARPAL)Amministrazioni regionalihttp://www.regione.umbria.it/lavoro-e-formazione/i-servizi-eures
Valle d’Aosta – Amministrazione regionaleAmministrazioni regionalihttps://lavoro.regione.vda.it/cittadini/lavoro/mobilita-geografica
Veneto – Amministrazione regionaleAmministrazioni regionali

https://www.cliclavoroveneto.it/eures

https://www.cliclavoroveneto.it/offerte-di-lavoro-new#/ricercaOfferte

CISL – Confederazione italiana dei sindacati dei lavoratori – Friuli Venezia GiuliaSindacatiwww.cislfvg.it/eures/
UIL – Unione regionale del Friuli Venezia GiuliaSindacatihttps://www.uilfvg.org/eures-ed-euradria/

Salari

Salario minimo

A partire dal 2024, l’Italia non disponeva di un salario minimo legale e si affidava alla contrattazione collettiva per fissare i livelli salariali minimi. In Italia, grazie a una contrattazione collettiva molto elevata (100% secondo l’OCSE-ICTWSS), la maggior parte dei lavoratori è coperta da una qualche forma di retribuzione minima.

Retribuzione media lorda e netta mensile

Nel 2023 la retribuzione media lorda di una singola persona ammontava a 2 791 EUR, mentre la media dell’UE-27 era di 3 417 EUR. Il salario netto equivalente è stato di 2 017 EUR in Italia, rispetto a 2 351 EUR nell’UE-27. Rispetto al 2018, la retribuzione media lorda è aumentata dell’8,2 % in Italia e del 19,8 % nell’UE-27. Nello stesso periodo, i salari netti sono aumentati del 13,6 % in Italia e del 22,1 % nell’UE-27.

Retribuzione media lorda e netta mensile EUR20192020202120222023
Retribuzione lordaItalia2 614 2 685 2 668 2 683 2 791 
UE-272 930 2 918 3 018 3 162 3 417 
Retribuzione nettaItalia1 792 1 876 1 916 1 941 2 017 
UE-271 983 1 992 2 076 2 178 2 351 

Note: earn_nt_net, Single person earning 100% average, annual rates transformed into 12 monthly payments. Statistics | Eurostat (europa.eu)

Tendenze

Vai direttamente a Transizione digitale | Settori con prospettive di crescita o di contrazione | Transizione verde | Immigrazione | Altro | Lavoro a distanza

Transizione digitale

Le ultime azioni di transizione digitale e gli investimenti hanno portato a un aumento della domanda di lavoro nei settori dell’informatica e delle telecomunicazioni. Si tratta di analisti e progettisti di software, ingegneri elettronici e delle telecomunicazioni, tecnici della programmazione e amministratori di reti e sistemi telematici. Oltre il 20 % delle richieste di professionisti esige una combinazione di almeno due competenze digitali, tra cui competenze digitali di base, capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici e informatici e di gestire soluzioni innovative. La domanda di professionisti informatici è in aumento in molti settori, in particolare in aree come l’intelligenza artificiale, l’analisi dei dati e la cibersicurezza.

Settori con prospettive di crescita o di contrazione

L’ultima previsione (ottobre-dicembre 2024) mostra una tendenza positiva con circa 1,3 milioni di assunzioni programmate (+ 4,5 % rispetto allo stesso trimestre del 2023). Il turismo offre le maggiori opportunità di lavoro (245 000 richieste) e il commercio (207 000 lavoratori), seguiti dai servizi (oltre 152 000 lavoratori nel trimestre).

I settori che registrano un calo delle assunzioni sono l’industria (- 4,4% di nuove assunzioni), le imprese manifatturiere (- 3,4 %), l’edilizia (- 10,6 % rispetto all’anno e - 6,2 % per il trimestre).

Transizione verde

La transizione ecologica rappresenta uno dei settori chiave nel panorama occupazionale italiano, che abbraccia l’economia circolare, l’agricoltura sostenibile, le energie rinnovabili, la mobilità sostenibile, l’efficienza energetica, la riqualificazione edilizia e la conservazione del territorio. La crescita occupazionale riguarda molti settori economici, in particolare la meccatronica (soprattutto elettricità ed elettronica), l’agroalimentare, la ferramenta e l’edilizia. La domanda di posti di lavoro verdi più significativa proverrà dal settore delle costruzioni, in particolare: architetti sostenibili, progettisti di edifici sostenibili e installatori di impianti di condizionamento d’aria a basso impatto ambientale; per il settore meccanico, esperti di sistemi di motori elettrici e/o tecnologie dei componenti; per i ruoli ambientali, specialisti in informatica ambientale per lo sviluppo di software e applicazioni ambientali, insieme a giuristi ambientali, gestori di mobilità, gestori di energia ed ecoprogettisti.

Immigrazione (dall’UE, da paesi terzi)

Nel gennaio 2024 il numero di persone con cittadinanza straniera era di circa 5,3 milioni (quasi il 9 % della popolazione totale), con una maggiore concentrazione nelle regioni nordoccidentali. I dati mostrano un aumento sia dei cittadini di paesi terzi (+ 2,9 %) sia di quelli dell’UE (+ 0,3 %) tra il 2022 e il 2023. Negli ultimi anni, questa tendenza ha consentito di far fronte alla tendenza negativa della popolazione nativa e dei lavoratori. Uno straniero su cinque, residente in Italia, è di nazionalità rumena (1 milione), seguita dalla comunità albanese (416 000) e dalla comunità marocchina (415 000). Rispetto al 2022, la crescita della comunità ucraina (+ 10,8 %) è legata al conflitto bellico e all’accoglienza dei flussi di rifugiati dopo il febbraio 2022. Nel 2023 i dipendenti stranieri erano 2,4 milioni (+ 2,1 % rispetto al 2022), pari al 10,1 % del totale. Tra il 2022 e il 2023, l’andamento dell’occupazione straniera è caratterizzato da una crescita più marcata nei settori dei servizi di informazione e comunicazione (+ 12,7 %) e in quello alberghiero e della ristorazione (+ 7,6 %). Nel 2023 i principali settori che hanno registrato dipendenti stranieri sono stati i seguenti: servizi personali e collettivi (30,4 %), seguiti da agricoltura (18 %), ristorazione/turismo (17,4 %) e costruzioni (16,4 %). Le ultime previsioni (novembre 2024) indicano che le imprese italiane sono alla ricerca di lavoratori immigrati per coprire 86 000 nuove assunzioni previste nel mese, pari al 20,1 % del totale dei contratti. I settori che utilizzeranno maggiormente la manodopera straniera sono i seguenti: i servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (29,4 %), i servizi alle imprese e alle persone (28,3 %), i servizi di alloggio e ristorazione (22,7 %), le costruzioni (22,2 %) e la metallurgia (19,7 %).

Altro 

La difficoltà di assumere personale rappresenta un problema significativo per quasi la metà (49,3 %) delle ricerche di personale e questo problema è ancora più marcato per il 66,2 % delle ricerche di lavoratori specializzati e il 52,4 % delle ricerche di professioni tecniche. Le figure più difficili da reperire sono quelle degli operai specializzati: fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, assemblatori di carpenteria metallica (con un tasso di difficoltà di reperimento del 79,0 %) e fabbri, attrezzisti (76,8 %); per le professioni tecniche, tecnici di ingegneria (65,5 %) e tecnici sanitari (59,5 %).

Nel trimestre ottobre-dicembre 2024, le maggiori opportunità di occupazione per i giovani sono offerte dai servizi finanziari e assicurativi (48,6 % delle assunzioni programmate), dai servizi informatici e di telecomunicazione (45,9 %), dal commercio (40,5 %), dai servizi di alloggio e ristorazione (40,2 %) e dall’industria chimico-farmaceutica, della plastica e della gomma (39,4 %).

A livello territoriale, la domanda di manodopera da parte delle imprese del Sud e delle isole è in crescita (+ 69 000 nel trimestre ottobre-dicembre 2024). La domanda di lavoro delle imprese del Centro è pressoché stabile (+ 1 900 nel trimestre), mentre si registra un calo per le imprese del Nord-Ovest (- 6 000 nel trimestre) e del Nord-Est (- 11 000 nel trimestre).

Lavoro a distanza

L’incidenza del lavoro a distanza è aumentata gradualmente in Italia tra il 2018 e il 2023, passando dal 3,6 % al 4,4 %. Analogamente, la percentuale di lavoro a distanza misurata in base alla frequenza «a volte» è aumentata dall’1,2 % al 7,6 %. La pandemia ha registrato un aumento eccezionalmente alto dell’incidenza del lavoro a distanza.

Lavoratori dipendenti che lavorano da casa in percentuale dell’occupazione totale (%)201820192020202120222023
A volteItalia1.21.11.46.577.6
UE-278.498.610.712.313.3
Di solitoItalia3.63.612.28.35.24.4
UE-275.25.412.113.3108.9

Note: lfsa_ehomp, Product - Datasets - Eurostat


Piemonte

Con 4 251 351 abitanti, il Piemonte rappresentava nel 2023 circa il 7,2 % della popolazione italiana.

Nel Piemonte il prodotto interno lordo pro capite, aggiustato per i livelli di prezzo (SPA), è stato pari al 96,9 % della media dell’UE-27, al di sopra della media nazionale del 93,2 %.

Il tessuto imprenditoriale del Piemonte è contraddistinto da una forte presenza di piccole imprese e microimprese, sebbene in misura leggermente inferiore rispetto alla media nazionale italiana. La città metropolitana di Torino è il fulcro delle start up e delle imprese più innovative e di grandi dimensioni, dove sono presenti catene di approvvigionamento particolarmente sviluppate in settori come le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC), la produzione manifatturiera avanzata, l’industria automobilistica, l’industria aerospaziale e i servizi logistici. Esistono due importanti istituti universitari: l’Università di Torino e il Politecnico di Torino. Le catene di approvvigionamento che caratterizzano maggiormente il Sud-Ovest sono il settore agroalimentare e quello manifatturiero avanzato. La rinomata Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo si trova in questa zona. Nel Nord-Est e nel Sud-Est si registra anche una presenza significativa di industrie manifatturiere e agroalimentari avanzate, nonché di catene di approvvigionamento del settore tessile, dell’abbigliamento e della moda, oltre che nel settore dei servizi logistici. Le varie sedi dell’Università del Piemonte orientale sono distribuite su questi territori. Il settore del turismo interessa tutta la regione.

Nel 2023, più di 1 918 900 persone erano attive nel mercato del lavoro in Piemonte. In termini di istruzione, il 22,6 % di queste persone era in possesso di un’istruzione terziaria, il 48,8 % di un’istruzione secondaria e il 28,6 % di un’istruzione primaria. Nel 2023 il tasso di occupazione in Piemonte è stato del 48,6 %, ossia di 2,5 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale in Italia e in linea con i dati del 2022.

Il tasso di occupazione delle donne è stato del 41,8 % nel 2023, mentre quello degli uomini è stato del 55,8 % e quello dei giovani del 21,3 %, tutti superiori alla media nazionale.

Tasso di occupazione20192020202120222023
TotaleItalia44.943.94445.146.1
Piemonte48.447.147.548.148.6
MaschiItalia53.752.852.65454.8
Piemonte55.954.354.955.255.8
FemmineItalia36.735.735.836.937.9
Piemonte41.440.540.741.641.8
GiovaniItalia18.416.717.519.820.4
Piemonte20.920.621.222.321.3

Note: lfst_r_lfe2emprt, Statistics | Eurostat (europa.eu), data refer to age group 15 years or over

Il tasso di disoccupazione in Piemonte è stato del 6,1 % nel 2023, ossia di 1,5 punti in meno rispetto alla media nazionale dello stesso anno e in linea con l’anno precedente.

tasso di disoccupazione20192020202120222023
Italia9.99.29.58.17.6
Piemonte7.67.57.36.56.1

Note: lfst_r_lfu3rt, Statistics | Eurostat, data refer to age group 15 years or over

Posti vacanti

Nel 2023 le qualifiche elevate hanno interessato il 23,6 % delle assunzioni, con un saldo positivo alla fine dell’anno pari a 11 917 unità; le qualifiche intermedie hanno interessato il 44,2 % delle assunzioni, con un saldo positivo di 16 178 unità; infine, le qualifiche basse hanno rappresentato il 32,1 % delle assunzioni, con un saldo positivo di 4 438 unità. Il mercato del lavoro vede una crescente concentrazione di figure professionali con qualifiche intermedie, trainata da una significativa espansione di ruoli esecutivi negli uffici, professioni impiegatizie nel commercio, addetti alla ristorazione, artigiani, operai specializzati e agricoltori. In ogni caso, si registra un equilibrio positivo per le qualifiche elevate, con un alto numero di assunzioni tra professori, educatori, specialisti sanitari, professionisti del management e del settore bancario, ingegneri e scienziati informatici. Le professioni con qualifiche più basse sono rappresentate da lavoratori agricoli, personale addetto alla consegna merci, operatori dei servizi di pulizia, lavoratori edili e personale impiegato nei servizi domestici.

Penurie

Nei prossimi quattro anni, a causa dei pensionamenti, si prevede una forte domanda di personale in quasi tutti i settori occupazionali, ossia i servizi, in particolare quelli alla persona, ma anche l’industria manifatturiera, il commercio e la ristorazione. Tuttavia, non tutti questi settori saranno ugualmente in grado di trovare il personale di cui hanno bisogno: il 48 % delle imprese dichiara di aspettarsi difficoltà nel raggiungere tale obiettivo. In particolare, i lavoratori qualificati, i tecnici e i professionisti delle discipline STEM sono già oggi i professionisti più carenti in tutta la regione, con un tasso di divario occupazionale che arriva fino al 65 %. Infine, la difficoltà nel reperire lavoratori non sembra essere causata da una carenza di competenze, grazie alla validità della formazione professionale e dell’istruzione superiore, ma piuttosto dalla mancanza di candidati disponibili.

Eccedenze

Nel 2023, in Piemonte, il numero di persone disponibili a lavorare e registrate presso i centri pubblici per l’impiego è stato di 190 728 unità. La maggior parte di loro era di genere femminile (54,8 %). La fascia di età più numerosa era di età compresa tra i 15 e i 29 anni (35,1 %), seguita dalle persone di età superiore ai 50 anni (26,2 %), dalle persone di età compresa tra i 30 e i 39 anni (19,7 %) e, infine, dalle persone di età compresa tra i 40 e i 49 anni (19,1 %). In generale, la maggior parte di queste persone aveva un livello di istruzione inferiore all’istruzione secondaria superiore (~ 50 %). I lavoratori in questione vengono generalmente collocati in professioni con un livello di specializzazione basso o intermedio, anche se molti di loro hanno migliorato le loro competenze grazie a un aggiornamento professionale con corsi specifici. Le persone disponibili con almeno un livello di istruzione universitario rappresentano il 10,6 % del totale, ma una quota significativa trova un nuovo impiego in modo rapido e indipendente.


Valle d’Aosta

Con 123 130 abitanti, nel 2023 la Valle d’Aosta rappresentava circa lo 0,2 % della popolazione italiana.

Nella Valle d’Aosta il prodotto interno lordo pro capite, aggiustato per i livelli di prezzo (SPA), era pari al 124 % della media dell’UE-27, ben al di sopra della media nazionale del 93,2 %.

Nel 2023, oltre 59 200 persone erano attive sul mercato del lavoro in Valle d’Aosta. In termini di istruzione, il 21,6 % di queste persone era in possesso di un’istruzione terziaria, il 45,3 % di un’istruzione secondaria e il 33,1 % di un’istruzione primaria. Il tasso di occupazione in Valle d’Aosta è stato del 53 % nel 2023, ovvero di 6,9 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale in Italia e di 1,6 punti percentuali in più rispetto al 2022.

Il tasso di occupazione delle donne è stato del 48,6 % nel 2023, mentre quello degli uomini è stato del 57,7 % e quello dei giovani del 25,7 %, tutti superiori alla media nazionale.

Tasso di occupazione20192020202120222023
TotaleItalia44.943.94445.146.1
Valle d’Aosta51.249.849.151.453
MaschiItalia53.752.852.65454.8
Valle d’Aosta56.454.653.455.957.7
FemmineItalia36.735.735.836.937.9
Valle d’Aosta46.345.245.147.248.6
GiovaniItalia18.416.717.519.820.4
Valle d’Aosta22.418.820.224.725.7

Note: lfst_r_lfe2emprt, Statistics | Eurostat (europa.eu), data refer to age group 15 years or over

Il tasso di disoccupazione in Valle d’Aosta è stato del 4 % nel 2023, ovvero di 3,6 punti inferiore alla media nazionale dello stesso anno e in calo rispetto all’anno precedente (‑ 5,3 %).

tasso di disoccupazione20192020202120222023
Italia9.99.29.58.17.6
Valle d’Aosta6.55.87.25.34

Note: lfst_r_lfu3rt, Statistics | Eurostat, data refer to age group 15 years or over


Liguria

Con 1 507 636 abitanti, nel 2023 la Liguria rappresentava circa il 2,6 % della popolazione italiana.

Nella Liguria il prodotto interno lordo pro capite, aggiustato per i livelli di prezzo (SPA), è stato pari al 100,8 % della media dell’UE-27, al di sopra della media nazionale del 93,2 %.

Il mercato del lavoro in Liguria è caratterizzato da un’età media elevata, da una forte stagionalità e dalla prevalenza dei settori del turismo e dei servizi. La lingua di lavoro è generalmente l’italiano.

Nel 2023, più di 674 000 persone erano attive nel mercato del lavoro in Liguria. In termini di istruzione, il 25,4 % di queste persone era in possesso di un’istruzione terziaria, il 49,9 % di un’istruzione secondaria e il 24,7 % di un’istruzione primaria. Nel 2023 il tasso di occupazione in Liguria era del 47,6 %, ossia di 1,5 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale in Italia e di 1,3 punti percentuali in più rispetto al 2022.

Il tasso di occupazione delle donne è stato del 40,4 % nel 2023, mentre quello degli uomini è stato del 55,5 % e quello dei giovani del 23,6 %, tutti superiori alla media nazionale.

Tasso di occupazione20192020202120222023
TotaleItalia44.943.94445.146.1
Liguria44.844.144.646.347.6
MaschiItalia53.752.852.65454.8
Liguria52.551.652.455.255.5
FemmineItalia36.735.735.836.937.9
Liguria37.837.237.638.240.4
GiovaniItalia18.416.717.519.820.4
Liguria16.514.817.521.723.6

Note: lfst_r_lfe2emprt, Statistics | Eurostat (europa.eu), data refer to age group 15 years or over

Il tasso di disoccupazione in Liguria nel 2023 è stato del 6,1 %, ossia di 1,5 punti in meno rispetto alla media nazionale dello stesso anno e in linea con l’anno precedente.

tasso di disoccupazione20192020202120222023
Italia9.99.29.58.17.6
Liguria9.58.28.36.96.1

Note: lfst_r_lfu3rt, Statistics | Eurostat, data refer to age group 15 years or over

Posti vacanti

I settori che offrono le maggiori opportunità sono il turismo, i servizi, il commercio e la costruzione navale. Predominano le PMI, le microimprese e le imprese a conduzione familiare, che offrono principalmente posti di lavoro stagionali.

Penurie

Si riscontrano carenze di manodopera in settori chiave come il turismo, l’edilizia e l’assistenza sanitaria, in particolare per i profili qualificati e tecnici con esperienza.

Eccedenze

Si riscontrano eccedenze principalmente nel settore manifatturiero tradizionale e amministrativo. Anche alcuni profili a bassa qualificazione o non specializzati incontrano maggiori difficoltà a entrare nel mercato del lavoro, soprattutto se non dispongono di competenze digitali.


Lombardia

Con 9 976 509 abitanti, nel 2023 la Lombardia rappresentava circa il 16,9 % della popolazione italiana.

In Lombardia il prodotto interno lordo pro capite, aggiustato per i livelli di prezzo (SPA), era pari al 124,9 % della media dell’UE-27, ben al di sopra della media nazionale del 93,2 %.

Nel 2023, più di 4 688 900 persone erano attive nel mercato del lavoro in Lombardia. In termini di istruzione, il 25,6 % di queste persone era in possesso di un’istruzione terziaria, il 48 % di un’istruzione secondaria e il 26,5 % di un’istruzione primaria. Nel 2023 il tasso di occupazione in Lombardia è stato del 52,2 %, ossia di 6,1 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale in Italia e in linea con i dati del 2022.

Il tasso di occupazione delle donne è stato del 44,8 % nel 2023, mentre quello degli uomini è stato del 59,9 % e quello dei giovani del 25,4 %, tutti superiori alla media nazionale.

Tasso di occupazione20192020202120222023
TotaleItalia44.943.94445.146.1
Lombardia51.950.750.451.452.2
MaschiItalia53.752.852.65454.8
Lombardia60.358.658.159.659.9
FemmineItalia36.735.735.836.937.9
Lombardia43.943.143.243.744.8
GiovaniItalia18.416.717.519.820.4
Lombardia24.121.421.624.725.4

Note: lfst_r_lfe2emprt, Statistics | Eurostat (europa.eu), data refer to age group 15 years or over

Il tasso di disoccupazione in Lombardia è stato del 4 % nel 2023, ossia di 3,6 punti in meno rispetto alla media nazionale nello stesso anno e in linea con l’anno precedente.

tasso di disoccupazione20192020202120222023
Italia9.99.29.58.17.6
Lombardia5.65.15.94.84

Note: lfst_r_lfu3rt, Statistics | Eurostat, data refer to age group 15 years or over


Abruzzo

Con 1 272 627 abitanti, nel 2023 l’Abruzzo rappresentava circa il 2,2 % della popolazione italiana.

In Abruzzo il prodotto interno lordo pro capite, aggiustato per i livelli di prezzo (SPA), era pari al 76,6 % della media dell’UE-27, ben al di sotto della media nazionale del 93,2 %.

Nel 2023, più di 546 000 persone erano attive nel mercato del lavoro in Abruzzo. In termini di istruzione, il 24,6 % di queste persone era in possesso di un’istruzione terziaria, il 51,8 % di un’istruzione secondaria e il 23,6 % di un’istruzione primaria. Il tasso di occupazione in Abruzzo era pari al 45,1 % nel 2023, la media nazionale, e 1,8 punti percentuali in più rispetto al 2022.

Nel 2023, il tasso di occupazione delle donne è stato del 37 %, quello degli uomini del 53,7 % e quello dei giovani del 19,4 %, tutti al di sotto della media nazionale.

Tasso di occupazione20192020202120222023
TotaleItalia44.943.94445.146.1
Abruzzo43.642.543.143.345.1
MaschiItalia53.752.852.65454.8
Abruzzo53.852.953.653.153.7
FemmineItalia36.735.735.836.937.9
Abruzzo34.132.733.334.137
GiovaniItalia18.416.717.519.820.4
Abruzzo15.414.714.917.619.4

Note: lfst_r_lfe2emprt, Statistics | Eurostat (europa.eu), data refer to age group 15 years or over

Nel 2023 il tasso di disoccupazione in Abruzzo è stato dell’8 %, in linea con la media nazionale dello stesso anno e in diminuzione rispetto al 9,4 % dell’anno precedente.

tasso di disoccupazione20192020202120222023
Italia9.99.29.58.17.6
Abruzzo11.19.59.39.48

Note: lfst_r_lfu3rt, Statistics | Eurostat, data refer to age group 15 years or over


Molise

Con 290 636 abitanti, nel 2023 il Molise rappresentava circa lo 0,5 % della popolazione italiana.

Nel Molise il prodotto interno lordo pro capite, aggiustato per i livelli di prezzo (SPA), era pari al 70,1 % della media dell’UE-27, ben al di sotto della media nazionale del 93,2 %.

Nel 2023, più di 117 600 persone erano attive nel mercato del lavoro in Molise. In termini di istruzione, il 25,3 % di queste persone era in possesso di un’istruzione terziaria, il 46,6 % di un’istruzione secondaria e il 28,1 % di un’istruzione primaria. Il tasso di occupazione in Molise è stato del 41,4 % nel 2023, ossia di 4,7 punti percentuali inferiore alla media nazionale in Italia e di 1,3 punti percentuali superiore rispetto al 2022.

Nel 2023, il tasso di occupazione delle donne è stato del 32,4 %, quello degli uomini del 50,9 % e quello dei giovani del 14,3 %, tutti al di sotto della media nazionale.

Tasso di occupazione20192020202120222023
TotaleItalia44.943.94445.146.1
Molise40.839.838.440.141.4
MaschiItalia53.752.852.65454.8
Molise51.249.949.649.650.9
FemmineItalia36.735.735.836.937.9
Molise3130.227.83132.4
GiovaniItalia18.416.717.519.820.4
Molise10.99.41616.214.3

Note: lfst_r_lfe2emprt, Statistics | Eurostat (europa.eu), data refer to age group 15 years or over

Nel 2023 il tasso di disoccupazione in Molise è stato del 9,6 %, 2 punti in più rispetto alla media nazionale dello stesso anno e in linea con l’anno precedente.

tasso di disoccupazione20192020202120222023
Italia9.99.29.58.17.6
Molise129.810.910.59.6

Note: lfst_r_lfu3rt, Statistics | Eurostat, data refer to age group 15 years or over


Campania

Con 5 609 536 abitanti, nel 2023 la Campania rappresentava circa il 9,5 % della popolazione italiana.

In Campania il prodotto interno lordo pro capite, aggiustato per i livelli di prezzo (SPA), era pari al 60,2 % della media dell’UE-27, ben al di sotto della media nazionale del 93,2 %.

La Campania ha un mercato del lavoro diversificato. Le sue province offrono scenari occupazionali diversi: Napoli ha un forte orientamento industriale e commerciale e l’attività di Salerno è maggiormente orientata verso il turismo e l’agroindustria. Il turismo è una parte fondamentale dell’economia della Campania, soprattutto nelle zone costiere. Tuttavia, la stagionalità e la necessità di una forza lavoro sempre più qualificata rappresentano delle sfide. Nel settore agroalimentare, la Campania vanta prodotti di fama mondiale a denominazione di origine protetta e a indicazione geografica protetta, ma il settore è caratterizzato da frammentazione e difficoltà nella commercializzazione. L’industria meccanica, quella automobilistica e quella chimica sono tra i settori industriali più importanti, anche se la deindustrializzazione degli ultimi decenni ha lasciato il segno. Il settore dei servizi, in particolare quello terziario, è in costante crescita, ma è spesso caratterizzato da una diffusa precarietà.

Nel 2023, più di 2 038 600 di persone erano attive nel mercato del lavoro in Campania. In termini di istruzione, il 22,4 % di queste persone era in possesso di un’istruzione terziaria, il 43,3 % di un’istruzione secondaria e il 34,3 % di un’istruzione primaria. Il tasso di occupazione in Campania è stato del 35,1 % nel 2023, inferiore di 11 punti percentuali rispetto alla media nazionale in Italia e in linea con i dati del 2022.

Nel 2023, il tasso di occupazione delle donne è stato del 23,8 %, quello degli uomini del 47,1 % e quello dei giovani del 12,2 %, tutti al di sotto della media nazionale.

Tasso di occupazione20192020202120222023
TotaleItalia44.943.94445.146.1
Campania33.332.532.834.235.1
MaschiItalia53.752.852.65454.8
Campania44.443.74445.947.1
FemmineItalia36.735.735.836.937.9
Campania2322.122.423.423.8
GiovaniItalia18.416.717.519.820.4
Campania11.910.312.412.312.2

Note: lfst_r_lfe2emprt, Statistics | Eurostat (europa.eu), data refer to age group 15 years or over

Il tasso di disoccupazione in Campania è stato del 17,4 % nel 2023, ossia 9,8 punti in più rispetto alla media nazionale dello stesso anno e in linea con l’anno precedente.

tasso di disoccupazione20192020202120222023
Italia9.99.29.58.17.6
Campania2018.219.317.117.4

Note: lfst_r_lfu3rt, Statistics | Eurostat, data refer to age group 15 years or over

Posti vacanti

La crescente attenzione verso le questioni ambientali e sociali ha aperto nuove prospettive nei settori delle energie rinnovabili, dell’economia circolare e del turismo sostenibile. La trasformazione digitale è in corso anche in Campania, creando nuovi profili e opportunità professionali nei settori delle tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni. Start up e innovazione: sempre più giovani imprenditori avviano nuove imprese di tipo innovativo, contribuendo a diversificare il tessuto industriale della regione.

Penurie

Nei primi sei mesi del 2024 i posti di lavoro più richiesti in Campania sono stati i seguenti: manodopera, produzione, qualità (16 %), seguiti dal commercio al dettaglio e dalla vendita al dettaglio di massa e dalla distribuzione su larga scala (10,7 %) e dall’amministrazione, contabilità, segreteria (10,2 %). Allo stesso tempo, osservando i dati emersi, si è registrata una rapida crescita, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, nel settore degli acquisti, della logistica, del magazzinaggio (+ 76,3 %) nonché nel turismo e nella ristorazione (+ 71,7 %).


Puglia

Con 3 907 683 abitanti, nel 2023 la Puglia rappresentava circa il 6,6 % della popolazione italiana.

In Puglia il prodotto interno lordo pro capite, aggiustato per i livelli di prezzo (SPA), era pari al 62,1 % della media dell’UE-27, ben al di sotto della media nazionale del 93,2 %.

Nel 2023 più di 1 461 700 di persone erano attive nel mercato del lavoro in Puglia. In termini di istruzione, il 21,4 % di queste persone era in possesso di un’istruzione terziaria, il 43,1 % di un’istruzione secondaria e il 35,5 % di un’istruzione primaria. Il tasso di occupazione in Puglia è stato del 37,9 % nel 2023, ossia inferiore di 8,2 punti percentuali rispetto alla media nazionale in Italia e in linea con i dati del 2022.

Nel 2023, il tasso di occupazione delle donne è stato del 26,7 %, quello degli uomini del 50 % e quello dei giovani del 16,5 %, tutti al di sotto della media nazionale.

Tasso di occupazione20192020202120222023
TotaleItalia44.943.94445.146.1
Puglia35.43535.337.137.9
MaschiItalia53.752.852.65454.8
Puglia47.346.846.649.450
FemmineItalia36.735.735.836.937.9
Puglia24.424.124.725.726.7
GiovaniItalia18.416.717.519.820.4
Puglia13.213.814.416.416.5

Note: lfst_r_lfe2emprt, Statistics | Eurostat (europa.eu), data refer to age group 15 years or over

Nel 2023 il tasso di disoccupazione in Puglia è stato dell’11,6 %, ossia di 4 punti in più rispetto alla media nazionale dello stesso anno e in linea con l’anno precedente.

tasso di disoccupazione20192020202120222023
Italia9.99.29.58.17.6
Puglia14.814.114.512.111.6

Note: lfst_r_lfu3rt, Statistics | Eurostat, data refer to age group 15 years or over


Basilicata

Con 537 577 abitanti, nel 2023 la Basilicata rappresentava circa lo 0,9 % della popolazione italiana.

In Basilicata il prodotto interno lordo pro capite, aggiustato per i livelli di prezzo (SPA), era pari al 79,9 % della media dell’UE-27, ben al di sotto della media nazionale del 93,2 %.

Nel 2023, più di 209 900 persone erano attive nel mercato del lavoro in Basilicata. In termini di istruzione, il 23,3 % di queste persone era in possesso di un’istruzione terziaria, il 49,7 % di un’istruzione secondaria e il 27 % di un’istruzione primaria. Il tasso di occupazione in Basilicata è stato del 41 % nel 2023, ossia di 5,1 punti percentuali in meno rispetto alla media nazionale in Italia e di 1,3 punti percentuali in più rispetto al 2022.

Nel 2023, il tasso di occupazione delle donne è stato del 30,4 %, quello degli uomini del 52,1 % e quello dei giovani del 14,8 %, tutti al di sotto della media nazionale.

Tasso di occupazione20192020202120222023
TotaleItalia44.943.94445.146.1
Basilicata38.538.339.339.741
MaschiItalia53.752.852.65454.8
Basilicata49.949.850.151.252.1
FemmineItalia36.735.735.836.937.9
Basilicata27.727.429.128.730.4
GiovaniItalia18.416.717.519.820.4
Basilicata13.711.610.312.714.8

Note: lfst_r_lfe2emprt, Statistics | Eurostat (europa.eu), data refer to age group 15 years or over

Il tasso di disoccupazione in Basilicata è stato del 7,5 % nel 2023, in linea con la media nazionale dello stesso anno e in linea con l’anno precedente.

tasso di disoccupazione20192020202120222023
Italia9.99.29.58.17.6
Basilicata10.88.78.27.17.5

Note: lfst_r_lfu3rt, Statistics | Eurostat, data refer to age group 15 years or over


Calabria

Con 1 846 610 abitanti, la Calabria rappresentava circa il 3,1 % della popolazione italiana nel 2023.

In Calabria il prodotto interno lordo pro capite, aggiustato per i livelli di prezzo (SPA), era pari al 55,1 % della media dell’UE-27, ben al di sotto della media nazionale del 93,2 %.

In Calabria è stato attivato un nuovo portale del lavoro, finalizzato alla creazione di un sito web unificato che presenta i servizi offerti dai centri per l’impiego e dove l’utente può ricercare le offerte di lavoro, applicando filtri, visualizzare gli annunci presenti sul territorio in modalità mappa, e candidarsi a ciascuna offerta di lavoro.

In Calabria esistono quattro università: l’Università di Catanzaro – Magna Græcia con 38 corsi attivi; l’Università degli Studi mediterranei di Reggio Calabria con un’offerta formativa di 25 corsi, l’Università di Calabria di Cosenza con 88 corsi e l’Università per stranieri «Dante Alighieri» di Reggio Calabria con quattro corsi.

In generale, i datori di lavoro in Calabria offrono la possibilità di lavorare da remoto in vari modi a seconda del tipo di lavoro da svolgere. L’inglese è richiesto, in particolare nel settore informatico.

Nel 2023, più di 641 000 persone erano attive nel mercato del lavoro in Calabria. In termini di istruzione, il 24,2 % di queste persone era in possesso di un’istruzione terziaria, il 45,4 % di un’istruzione secondaria e il 30,4 % di un’istruzione primaria. Il tasso di occupazione in Calabria è stato del 33,7 % nel 2023, ossia inferiore di 12,4 punti percentuali rispetto alla media nazionale in Italia e in linea con i dati del 2022.

Nel 2023, il tasso di occupazione delle donne è stato del 23,9 %, quello degli uomini del 44,2 % e quello dei giovani del 10,4 %, tutti al di sotto della media nazionale.

Tasso di occupazione20192020202120222023
TotaleItalia44.943.94445.146.1
Calabria32.731.732.133.133.7
MaschiItalia53.752.852.65454.8
Calabria43.142.142.243.444.2
FemmineItalia36.735.735.836.937.9
Calabria22.921.922.623.423.9
GiovaniItalia18.416.717.519.820.4
Calabria13.911.310.612.510.4

Note: lfst_r_lfe2emprt, Statistics | Eurostat (europa.eu), data refer to age group 15 years or over

Il tasso di disoccupazione in Calabria era del 15,9 % nel 2023, ossia di 8,3 punti in più rispetto alla media nazionale nello stesso anno e in aumento rispetto al 14,6 % dell’anno precedente.

tasso di disoccupazione20192020202120222023
Italia9.99.29.58.17.6
Calabria20.919.917.914.615.9

Note: lfst_r_lfu3rt, Statistics | Eurostat, data refer to age group 15 years or over

Posti vacanti

In Calabria, i posti di lavoro vacanti si concentrano nel settore del commercio, alberghi, ristoranti, dove è occupato il 21,7 %, mentre il 12,2 % si trova nell’agricoltura. I lavoratori industriali hanno un peso percentuale dell’8,2 %.

Negli ultimi mesi, i servizi pubblici per l’impiego della Regione Calabria hanno effettuato alcune importanti assunzioni: autisti per aziende come Automar, specializzata in servizi di logistica integrata per il settore automobilistico, parte del Gruppo Grimaldi; South East Aviation Services (SEAS) Srl, azienda specializzata nella manutenzione esclusiva della flotta di aerei Ryanair, vari profili nel settore aeronautico; vari profili per WeBuild per la costruzione di grandi infrastrutture.

Il nuovo piano per le politiche attive a favore dell’occupazione della Regione Calabria prevede 13 interventi, da avviare entro i primi sei mesi del 2025, che possono essere raggruppati in quattro categorie: incentivi all’autoimprenditorialità, incentivi all’occupazione, formazione e competenze, servizi per l’impiego.

Penurie

I profili professionali mediamente qualificati presenti sul mercato, cioè quelli a forte e continua richiesta da parte delle aziende, che si ritengono di difficile reperimento per mancanza di candidati o competenze inadeguate, sono principalmente: camerieri di sala – baristi (soprattutto per le offerte stagionali), commessi di negozi al dettaglio, muratori in pietra e mattoni, figure di livello intermedio, richieste in gran parte da aziende di medie dimensioni, per le quali è solitamente richiesta una qualifica o un diploma tecnico o professionale, autisti di camion e autocarri, cuochi in alberghi e ristoranti, conducenti di macchine per il movimento terra, elettricisti e installatori di impianti.

Esistono inoltre diverse figure professionali specializzate che presentano sfide significative nel processo di reclutamento, tra cui meccanici e riparatori di autoveicoli, infermieri, farmacisti, tecnici e operai estremamente qualificati, nonché pasticceri.

Eccedenze

In Calabria, i lavori offerti dai datori di lavoro sono poco attraenti per i laureati. Chi ha un alto livello di istruzione da offrire sul mercato del lavoro si trova di fronte a una scelta cruciale: può decidere di cercare nuove opportunità altrove, sfruttando al meglio le proprie competenze, oppure restare e cercare di cambiare le condizioni attuali. La Calabria detiene il triste primato in Italia di avere il più alto tasso di laureati disoccupati: quasi uno su dieci è senza lavoro. La mobilità interregionale tende a essere più elevata per i lavoratori generici e nel settore dell’ingegneria civile, a causa della natura specifica delle attività ivi svolte, come la costruzione di strade, ferrovie, opere infrastrutturali o servizi pubblici.

Per ulteriori informazioni sul mercato del lavoro in Calabria consultare il portale regionale del Laboratorio economico territoriale per le politiche del lavoro della Regione Calabria.


Sicilia

Con 4 814 016 di abitanti, nel 2023 la Sicilia rappresentava circa l’8,2 % della popolazione italiana.

In Sicilia il prodotto interno lordo pro capite, aggiustato per i livelli di prezzo (SPA), era pari al 56,8 % della media dell’UE-27, ben al di sotto della media nazionale del 93,2 %.

Le imprese attive in Sicilia si trovano principalmente nei settori dei servizi, dell’agricoltura, dell’edilizia e dell’industria. Il numero di persone occupate mostra una tendenza all’aumento, soprattutto nei servizi e nell’industria, mentre nel settore delle costruzioni rimane invariato. La forma contrattuale più frequentemente utilizzata per i nuovi rapporti di lavoro è il contratto a tempo determinato, insieme ad altri contratti di durata predefinita. Per quanto riguarda la formazione, la Sicilia dispone di istituti di istruzione secondaria, tecnica e professionale e di istituti di istruzione superiore (istituti tecnici superiori) con corsi specializzati in materie quali l’efficienza energetica, le varie tecnologie e il sistema agroalimentare. Sono quattro le università siciliane (Messina, Catania, Palermo, Kore di Enna) che formano giovani laureati destinati al mercato del lavoro. La lingua più utilizzata nelle aziende è l’italiano, anche se in settori quali il turismo e la tecnologia è richiesta la conoscenza dell’inglese.

Nel 2023, più di 1 674 600 persone erano attive nel mercato del lavoro in Sicilia. In termini di istruzione, il 22 % di queste persone era in possesso di un’istruzione terziaria, il 43 % di un’istruzione secondaria e il 35 % di un’istruzione primaria. Il tasso di occupazione in Sicilia è stato del 34,1 % nel 2023, ossia di 12 punti percentuali in meno rispetto alla media nazionale in Italia e di 1,8 punti percentuali in più rispetto al 2022.

Nel 2023, il tasso di occupazione delle donne è stato del 24,1 %, quello degli uomini del 44,7 % e quello dei giovani del 12,6 %, tutti al di sotto della media nazionale.

Tasso di occupazione20192020202120222023
TotaleItalia44.943.94445.146.1
Sicilia3231.531.532.334.1
MaschiItalia53.752.852.65454.8
Sicilia42.1424242.944.7
FemmineItalia36.735.735.836.937.9
Sicilia22.521.821.722.524.1
GiovaniItalia18.416.717.519.820.4
Sicilia10.49.810.611.412.6

Note: lfst_r_lfe2emprt, Statistics | Eurostat (europa.eu), data refer to age group 15 years or over

Il tasso di disoccupazione in Sicilia è stato del 15,8 % nel 2023, ossia di 8,2 punti in più rispetto alla media nazionale dello stesso anno e in linea con l’anno precedente.

tasso di disoccupazione20192020202120222023
Italia9.99.29.58.17.6
Sicilia19.91818.716.615.8

Note: lfst_r_lfu3rt, Statistics | Eurostat, data refer to age group 15 years or over

Posti vacanti

Secondo le previsioni per l’ultimo trimestre del 2024, le imprese siciliane potrebbero assumere circa 77 980 lavoratori. Le aziende che assumono sono di diverse dimensioni, dalle piccole imprese locali a quelle con più di 250 dipendenti. Le professioni più richieste riguardano i seguenti settori: produzione di beni, fornitura di servizi, vendite e logistica, distribuzione e trasporti. I datori di lavoro cercano soprattutto negozianti e ristoratori, addetti alle vendite, operai specializzati nella costruzione e nella manutenzione degli edifici, conducenti di veicoli a motore, addetti alle pulizie e personale per la movimentazione e la consegna delle merci. Ci sono quasi 20 000 opportunità per i giovani sotto i 30 anni. I settori che offrono le maggiori opportunità ai giovani sono la ristorazione e le vendite.

Penurie

Nonostante l’aumento della domanda di manodopera, le imprese hanno sempre più difficoltà ad assumere personale con competenze specifiche. Tra le professioni altamente specializzate, quelle più richieste sono i profili manageriali, i tecnici sanitari e altri specialisti dell’istruzione e della formazione. I titoli di studio richiesti dalle imprese vanno da un diploma di qualifica professionale, seguito da un diploma di scuola secondaria, un certificato di istruzione obbligatoria e un diploma di laurea. Nel più lungo termine, con l’avanzare delle nuove tecnologie, saranno richiesti esperti di intelligenza artificiale, analisti aziendali, esperti di sostenibilità aziendale, ingegneri di tecnologia finanziaria, esperti di sicurezza delle informazioni, ingegneri nel campo della robotica e analisti di mega dati. Nel settore verde, le professioni più richieste comprenderanno avvocati, esperti di diritto ambientale, tecnici e installatori di sistemi di condizionamento d’aria all’avanguardia, venditori esperti di prodotti verdi e specialisti finanziari nei fondi di investimento ancorati ai mercati verdi.

Eccedenze

Eventuali eccedenze di profili in Sicilia sono strettamente legate alla stagionalità. Un’analisi condotta sull’occupazione a tempo determinato/stagionale per un gruppo target di giovani sotto i 34 anni mostra che queste eccedenze ammontano in realtà a 90 000 nel settore agricolo, 180 000 nell’industria, circa 90 000 nell’edilizia, circa 40 000 nei servizi (commercio, alberghi e ristoranti) e circa 600 000 in altre attività di servizio. Sebbene molte persone siano disposte a valutare la possibilità di trasferirsi in altri paesi, i forti legami culturali e familiari rappresentano un ostacolo significativo nella decisione di lasciare la propria terra d’origine.


Sardegna

Con 1 578 146 abitanti, nel 2023 la Sardegna rappresentava circa il 2,7 % della popolazione italiana.

In Sardegna il prodotto interno lordo pro capite, aggiustato per i livelli di prezzo (SPA), era pari al 67,8 % della media dell’UE-27, ben al di sotto della media nazionale del 93,2 %.

Nel 2024 il mercato del lavoro continua a registrare una moderata ripresa nei settori economici più importanti: turismo e ospitalità; agricoltura e agroindustria; industria mineraria e chimica; energie rinnovabili; servizi pubblici e amministrazione. Tra i principali datori di lavoro figurano il settore dell’assistenza sanitaria pubblica, le catene di hotel di lusso e di resort (spesso appartenenti a grandi gruppi nazionali e internazionali), le aziende agroalimentari e gli operatori di energie rinnovabili. Anche le università di Cagliari e Sassari, insieme ai diversi istituti pubblici regionali, svolgono un ruolo importante. La maggior parte delle aziende preferisce assumere personale a livello locale. Durante l’alta stagione, soprattutto nelle zone turistiche, ci sono anche opportunità per i lavoratori stranieri. La principale lingua di lavoro rimane l’italiano, soprattutto nei settori più tradizionali come l’agricoltura, la pubblica amministrazione e il commercio. Nei settori turistico e alberghiero è spesso richiesta la conoscenza dell’inglese e di altre lingue (tedesco, francese).

Nel 2023, più di 641 000 persone erano attive nel mercato del lavoro in Sardegna. In termini di istruzione, il 22 % di queste persone era in possesso di un’istruzione terziaria, il 40 % di un’istruzione secondaria e il 38 % di un’istruzione primaria. Nel 2023 il tasso di occupazione in Sardegna è stato del 41,1 %, ossia di 5 punti percentuali in meno rispetto alla media nazionale in Italia e in linea con i dati del 2022.

Nel 2023, il tasso di occupazione delle donne è stato del 34,4 %, quello degli uomini del 48,1 % e quello dei giovani del 18,5 %, tutti al di sotto della media nazionale.

Tasso di occupazione20192020202120222023
TotaleItalia44.943.94445.146.1
Sardegna40.839.239.840.341.1
MaschiItalia53.752.852.65454.8
Sardegna47.545.846.74848.1
FemmineItalia36.735.735.836.937.9
Sardegna34.432.833.23334.4
GiovaniItalia18.416.717.519.820.4
Sardegna13.111.714.316.418.5

Note: lfst_r_lfe2emprt, Statistics | Eurostat (europa.eu), data refer to age group 15 years or over

Il tasso di disoccupazione in Sardegna era del 10 % nel 2023, ovvero di 2,4 punti in più rispetto alla media nazionale nello stesso anno e in diminuzione rispetto all’11,5 % dell’anno precedente.

tasso di disoccupazione20192020202120222023
Italia9.99.29.58.17.6
Sardegna14.71313.511.510

Note: lfst_r_lfu3rt, Statistics | Eurostat, data refer to age group 15 years or over

Posti vacanti

Nel 2024, i posti di lavoro vacanti riflettono la composizione economica regionale. I profili più richiesti sono il personale alberghiero (come addetti al ricevimento e portieri), la ristorazione (cuochi, camerieri) e le guide turistiche. Nel settore agroalimentare, le figure più richieste includono agronomi, tecnici specializzati nella trasformazione degli alimenti e lavoratori stagionali addetti alla raccolta di frutta e verdura, nonché professionisti nel settore del marketing e della logistica per gestire le esportazioni. I profili più ricercati includono il personale amministrativo, gli assistenti sociali, gli assistenti sanitari e gli insegnanti, mentre nel settore delle energie rinnovabili si cercano tecnici specializzati nella manutenzione dei parchi eolici e delle centrali solari, ingegneri ambientali, progettisti di impianti e specialisti in gestione delle risorse energetiche sostenibili. Nei settori industriali e tecnologici sono ricercati anche profili come sviluppatori di software, web designer, analisti di dati, esperti di cibersicurezza e marketing digitale, oltre a tecnici di produzione, operatori di impianti chimici, manutentori specializzati. In molti settori, in particolare nel settore del turismo e della tecnologia, la conoscenza dell’inglese è un requisito importante. Il multilinguismo è considerato un vantaggio, in particolare nel turismo e nei servizi internazionali.

Penurie

Nel 2024 sono state registrate carenze di manodopera in diversi settori chiave. Nel settore del turismo e dell’ospitalità, le carenze comprendono i camerieri, i cuochi, gli addetti al ricevimento, il personale addetto alle pulizie e gli operatori turistici. Nel settore agroalimentare e agricolo, si richiedono lavoratori stagionali per la raccolta di frutta e verdura, in particolare per la vendemmia e la raccolta delle olive, oltre a operai agricoli specializzati e tecnici esperti nella trasformazione e nella lavorazione degli alimenti. Nel settore tecnologico e dei servizi digitali, sono carenti figure quali sviluppatori di software, esperti di cibersicurezza, analisti di dati, tecnici di rete e professionisti del marketing digitale; mentre nel settore delle energie rinnovabili, sono richiesti tecnici e manutentori specializzati negli impianti solari ed eolici, ingegneri ambientali e specialisti nella gestione di progetti energetici sostenibili. Nel settore dell’assistenza sanitaria, si riscontrano carenze significative di figure professionali come medici, infermieri, assistenti sanitari nonché operatori sanitari e operatori specializzati nell’assistenza sociale. Anche il settore delle costruzioni (muratori, carpentieri, elettricisti e tecnici di manutenzione specializzati) e l’industria (tecnici di produzione, operatori chimici e tecnici di manutenzione industriale) affrontano una serie di carenze.

Eccedenze

Le principali eccedenze di manodopera riguardano lavoratori privi di competenze specializzate o aggiornate che li renderebbero più competitivi nel mercato del lavoro. Sono stati individuati vari profili che risultano in sovrannumero, tra cui commessi, assistenti di vendita e cassieri, lavoratori generici, operai di produzione e tecnici non qualificati, lavoratori agricoli non qualificati e lavoratori stagionali, manovali, operai edili non qualificati e artigiani non qualificati. Nei servizi in generale vi sono anche eccedenze di addetti alle pulizie, prestatori di assistenza e personale di supporto.


Provincia Autonoma di Bolzano

Con 534 147 abitanti, nel 2023 la Provincia autonoma di Bolzano rappresentava circa lo 0,9 % della popolazione italiana.

Nella Provincia autonoma di Bolzano il prodotto interno lordo pro capite, aggiustato per i livelli di prezzo (SPA), era pari al 154,2 % della media dell’UE-27, ben al di sopra della media nazionale del 93,2 %.

Nel 2023, più di 267 600 persone erano attive nel mercato del lavoro nella Provincia autonoma di Bolzano. In termini di istruzione, il 19 % di queste persone era in possesso di un’istruzione terziaria, il 52,4 % di un’istruzione secondaria e il 28,6 % di un’istruzione primaria. Il tasso di occupazione nella Provincia autonoma di Bolzano era del 58,8 % nel 2023, superiore di 12,7 punti percentuali alla media nazionale in Italia e in linea con i dati del 2022.

Il tasso di occupazione delle donne è stato del 52,9 % nel 2023, mentre quello degli uomini è stato del 65 % e quello dei giovani del 36,3 %, tutti superiori alla media nazionale.

Tasso di occupazione20192020202120222023
TotaleItalia44.943.94445.146.1
Provincia Autonoma di Bolzano58.757.156.158.858.8
MaschiItalia53.752.852.65454.8
Provincia Autonoma di Bolzano65.464.563.56565
FemmineItalia36.735.735.836.937.9
Provincia Autonoma di Bolzano52.349.948.952.952.9
GiovaniItalia18.416.717.519.820.4
Provincia Autonoma di Bolzano38.236.136.339.336.3

Note: lfst_r_lfe2emprt, Statistics | Eurostat (europa.eu), data refer to age group 15 years or over

Il tasso di disoccupazione nella Provincia autonoma di Bolzano è stato del 2 % nel 2023, ossia 5,6 punti in meno rispetto alla media nazionale dello stesso anno e in linea con l’anno precedente.

tasso di disoccupazione20192020202120222023
Italia9.99.29.58.17.6
Provincia Autonoma di Bolzano/Bozen2.93.73.82.32

Note: lfst_r_lfu3rt, Statistics | Eurostat, data refer to age group 15 years or over


Provincia Autonoma di Trento

Con 542 996 abitanti, nel 2023 la Provincia autonoma di Trento rappresentava circa lo 0,9 % della popolazione italiana.

Nella Provincia autonoma di Trento il prodotto interno lordo pro capite, aggiustato per i livelli di prezzo (SPA), era pari al 125,1 % della media dell’UE-27, ben al di sopra della media nazionale del 93,2 %.

Nel 2023, più di 254 900 persone erano attive nel mercato del lavoro della Provincia autonoma di Trento. In termini di istruzione, il 24,9 % di queste persone era in possesso di un’istruzione terziaria, il 54,5 % di un’istruzione secondaria e il 20,6 % di un’istruzione primaria. Il tasso di occupazione nella Provincia autonoma di Trento era del 52,9 % nel 2023, superiore di 6,8 punti percentuali alla media nazionale in Italia e in linea con i dati del 2022.

Il tasso di occupazione delle donne è stato del 47,1 % nel 2023, mentre quello degli uomini è stato del 59 % e quello dei giovani del 29,5 %, tutti superiori alla media nazionale.

Tasso di occupazione20192020202120222023
TotaleItalia44.943.94445.146.1
Provincia Autonoma di Trento52.351.151.252.652.9
MaschiItalia53.752.852.65454.8
Provincia Autonoma di Trento59.157.457.65959
FemmineItalia36.735.735.836.937.9
Provincia Autonoma di Trento45.945.245.146.447.1
GiovaniItalia18.416.717.519.820.4
Provincia Autonoma di Trento27.325.926.829.329.5

Note: lfst_r_lfe2emprt, Statistics | Eurostat (europa.eu), data refer to age group 15 years or over

Il tasso di disoccupazione nella Provincia autonoma di Trento è stato del 3,7 % nel 2023, 3,9 punti in meno rispetto alla media nazionale dello stesso anno e in linea con l’anno precedente.

tasso di disoccupazione20192020202120222023
Italia9.99.29.58.17.6
Provincia Autonoma di Trento55.34.83.83.7

Note: lfst_r_lfu3rt, Statistics | Eurostat, data refer to age group 15 years or over


Veneto

Con 4 849 553 abitanti, nel 2023 il Veneto rappresentava circa l’8,2 % della popolazione italiana.

Il prodotto interno lordo pro capite, adeguato al livello dei prezzi (SPA) in Veneto, era pari al 105,1 % della media dell’UE-27, ben al di sopra della media nazionale del 93,2 %.

Il Veneto è caratterizzato da una forte vocazione imprenditoriale, dominato dalle piccole e medie imprese (PMI) che svolgono un ruolo cruciale nell’economia regionale. Questa struttura aziendale flessibile e innovativa ha consentito alle imprese locali di eccellere a livello sia nazionale che internazionale. Nel 2023, la regione del Veneto ha contato un totale di 468 032 imprese, con 421 977 di esse risultate attive; ciò posiziona il Veneto tra le regioni italiane con il più alto numero di imprese. Grazie al suo approccio orientato all’esportazione e all’internazionalizzazione, il Veneto è sede di aziende leader del settore come Luxottica, Geox, De’Longhi e Calzedonia. Le sue specializzazioni industriali, organizzate in catene di approvvigionamento distrettuali, spaziano dai settori tradizionali a quelli più avanzati. Negli ultimi anni il settore terziario ha registrato una forte crescita, con 171 190 imprese, in particolare nei settori del turismo e del commercio. Sebbene l’agricoltura rappresenti una minoranza, rimane strategica, con una produzione di alta qualità nelle catene di approvvigionamento internazionali.

Nel 2023, più di 2 323 500 persone erano attive nel mercato del lavoro in Veneto. In termini di istruzione, il 22,1 % di queste persone era in possesso di un’istruzione terziaria, il 51,2 % di un’istruzione secondaria e il 26,7 % di un’istruzione primaria. Il tasso di occupazione in Veneto è stato del 52,9 % nel 2023, di 6,8 punti percentuali superiore alla media nazionale in Italia e di 1,9 punti percentuali superiore rispetto al 2022.

Il tasso di occupazione delle donne è stato del 45,3 % nel 2023, mentre quello degli uomini è stato del 60,9 % e quello dei giovani del 29 %, tutti superiori alla media nazionale.

Tasso di occupazione20192020202120222023
TotaleItalia44.943.94445.146.1
Veneto51.449.949.65152.9
MaschiItalia53.752.852.65454.8
Veneto60.259.157.759.260.9
FemmineItalia36.735.735.836.937.9
Veneto4341.241.843.145.3
GiovaniItalia18.416.717.519.820.4
Veneto25.522.222.226.829

Note: lfst_r_lfe2emprt, Statistics | Eurostat (europa.eu), data refer to age group 15 years or over

Il tasso di disoccupazione in Veneto è stato del 4,2 % nel 2023, inferiore di 3,4 punti rispetto alla media nazionale dello stesso anno e in linea con l’anno precedente.

tasso di disoccupazione20192020202120222023
Italia9.99.29.58.17.6
Veneto5.65.85.34.24.2

Note: lfst_r_lfu3rt, Statistics | Eurostat, data refer to age group 15 years or over

Posti vacanti

Nel 2023 le imprese venete prevedono un aumento del 5 % delle assunzioni rispetto all’anno precedente, con circa 526 610 nuove assunzioni (+ 6 %), di cui l’80 % con contratti di lavoro dipendente. Le qualifiche più richieste comprendono le professioni qualificate nel settore dei servizi (28 % dei nuovi assunti), le professioni non qualificate (16 %), gli operatori di impianti e i lavoratori semiqualificati (16 %). Le imprese del settore terziario dovrebbero assorbire il 65,3 % delle nuove assunzioni, concentrandosi sui servizi di alloggio, ristorazione, turismo e commercio. Secondo le proiezioni, il settore industriale rappresenterà il 37,8 % delle assunzioni previste, in particolare nel settore delle costruzioni e della metallurgia.Il 32 % delle assunzioni previste riguarderà le piccole e medie imprese (10-49 dipendenti), il 27 % le imprese con meno di nove dipendenti, il 21 % le imprese produttrici con 50-249 dipendenti e il 19 % le imprese con più di 250 dipendenti.

Penurie

Le aziende segnalano una crescente difficoltà nel reperire i profili desiderati: nel 2023 questa sfida riguarderà il 50 % delle assunzioni previste. Tra i ruoli più difficili da ricoprire ci sono i tecnici specializzati, gli operai edili, i meccanici, i saldatori, i professionisti dell’informatica, il personale del settore turistico e dell’ospitalità come cuochi e camerieri. Tale carenza è in parte strutturale e deriva da uno squilibrio tra le competenze richieste e quelle disponibili sul mercato del lavoro. L’invecchiamento della popolazione aggrava ulteriormente questo problema: lo squilibrio dovuto alla mancanza di candidati è aumentato dal 17 % nel 2019 al 28 % nel 2022, raggiungendo il 33 % nel 2023.Si registrano inoltre carenze temporanee e stagionali, ad esempio nel turismo e nell’agricoltura, causate da picchi di domanda durante i periodi estivi e di raccolta. È probabile che in futuro la carenza di manodopera diventi ancora più marcata. Alcuni analisti stimano che il Veneto avrà bisogno di circa 302 000 lavoratori tra il 2024 e il 2028, principalmente per sostituire i posti rimasti vacanti in seguito al pensionamento dei dipendenti.

Eccedenze

Le eccedenze di manodopera riguardano specifici profili professionali particolarmente interessati dai cambiamenti derivanti dalla diffusione delle nuove tecnologie e dalla transizione ecologica. I lavoratori che affrontano le maggiori difficoltà nell’accesso o nel mantenimento del lavoro sono spesso quelli di età più avanzata, con una formazione limitata nell’uso delle tecnologie moderne e con competenze specifiche che non sono più richieste dalle aziende. Allo stesso tempo, molti profili professionali che attualmente non riescono a trovare una collocazione nel mercato del lavoro mostrano una scarsa propensione alla mobilità. In generale, soprattutto per i lavoratori più anziani e quelli con impegni familiari, il trasferimento in altre regioni italiane è raramente considerato un’opzione. Parimenti, la disponibilità a trasferirsi all’estero risulta essere limitata, soprattutto a causa di ostacoli come le barriere linguistiche, l’età avanzata e i progetti di vita; questi fattori sono influenzati dalla stessa carenza di competenze che limita le loro opportunità non solo sul mercato interno, ma anche su quelli esteri.


Friuli-Venezia Giulia

Con 1 194 248 abitanti, nel 2023 il Friuli-Venezia Giulia rappresentava circa il 2 % della popolazione italiana.

Nel Friuli-Venezia Giulia il prodotto interno lordo pro capite, aggiustato per i livelli di prezzo (SPA), è stato pari al 101,7 % della media dell’UE-27, al di sopra della media nazionale del 93,2 %.

La situazione complessiva del mercato del lavoro regionale, misurata in base al numero di persone occupate e al tasso di occupazione, è buona. Nel periodo successivo alla pandemia la base occupazionale si è ampliata, sia nel settore manifatturiero sia in quello dei servizi. Si è registrato un aumento dell’occupazione a tempo indeterminato. Attualmente, circa l’85 % del numero totale di dipendenti ha un’occupazione a tempo indeterminato. I modelli di assunzione delle aziende variano a seconda del settore. Nel settore industriale, la quota di assunzioni in posti di lavoro stabili (assunzione a tempo indeterminato e conversione dei contratti esistenti in contratti a tempo indeterminato) rappresenta quasi il 35 % delle assunzioni totali. Questo settore offre condizioni di lavoro migliori e la forza lavoro è prevalentemente maschile. Per contro, nei servizi, in particolare nel settore del turismo, la quota delle assunzioni a tempo indeterminato è significativamente inferiore (circa il 10 %), in quanto la natura del lavoro è quasi esclusivamente stagionale. Permangono alcuni problemi critici per i giovani e le donne, in particolare per quanto riguarda il reinserimento nel mercato del lavoro dopo il congedo di maternità.

Nel 2023, più di 544 700 persone erano attive nel mercato del lavoro in Friuli-Venezia Giulia. In termini di istruzione, il 23,7 % di queste persone era in possesso di un’istruzione terziaria, il 53,7 % di un’istruzione secondaria e il 22,7 % di un’istruzione primaria. Nel 2023 il tasso di occupazione in Friuli-Venezia Giulia è stato del 49,6 %, ossia di 3,5 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale in Italia e in linea con i dati del 2022.

Il tasso di occupazione delle donne è stato del 43 % nel 2023, mentre quello degli uomini è stato del 56,7 % e quello dei giovani del 23,9 %, tutti superiori alla media nazionale.

Tasso di occupazione20192020202120222023
TotaleItalia44.943.94445.146.1
Friuli-Venezia Giulia48.348.548.649.649.6
MaschiItalia53.752.852.65454.8
Friuli-Venezia Giulia56.656.656.25756.7
FemmineItalia36.735.735.836.937.9
Friuli-Venezia Giulia40.54141.542.643
GiovaniItalia18.416.717.519.820.4
Friuli-Venezia Giulia21.72223.522.723.9

Note: lfst_r_lfe2emprt, Statistics | Eurostat (europa.eu), data refer to age group 15 years or over

Il tasso di disoccupazione nel Friuli-Venezia Giulia era del 4,6 % nel 2023, ossia 3 punti in meno rispetto alla media nazionale nello stesso anno e in linea con l’anno precedente.

tasso di disoccupazione20192020202120222023
Italia9.99.29.58.17.6
Friuli-Venezia Giulia6.15.65.75.34.6

Note: lfst_r_lfu3rt, Statistics | Eurostat, data refer to age group 15 years or over

Posti vacanti

Il maggior numero di posti vacanti si registra nei settori dei servizi e del turismo. In questo caso, le assunzioni sono prevalentemente stagionali. Vi è una forte domanda di lavoratori tecnici e specializzati (nei settori del marketing, dell’informatica, dell’istruzione e dell’assistenza sanitaria) e di lavoratori qualificati nell’industria. Data la difficoltà generale di trovare personale, i datori di lavoro offrono migliori condizioni di lavoro, principalmente assumendo un maggior numero di dipendenti con contratti a tempo indeterminato. Per quanto riguarda le competenze richieste dai datori di lavoro, emerge che la capacità di essere flessibili e di adattarsi alle situazioni rappresenta una caratteristica molto richiesta per tutte le professioni. Le competenze più specialistiche (come le capacità digitali) sono richieste principalmente per professioni altamente specializzate. Va osservato che l’utilizzo delle nuove tecnologie è relativamente più elevato tra le imprese di medie e grandi dimensioni, la cui quota sul totale è tuttavia relativamente ridotta. In effetti, oltre il 50 % delle aziende della regione non impiega più di 10 persone.

Penurie

Le carenze di manodopera interessano tutti i settori e tutte le professioni. Anche per il personale meno specializzato, tra il 30 e il 40 % dei posti vacanti è considerato difficile da coprire. Questo indicatore raggiunge oltre il 50 % per i servizi informatici tecnici e specialistici e le professioni tecniche. Vi è un diffuso squilibrio tra domanda e offerta di lavoro, che è notevolmente peggiorato nel periodo successivo alla pandemia. L’aspetto interessante è che la discrepanza tra domanda e offerta di lavoro non è dovuta alla mancanza di competenze specifiche o all’inidoneità dei candidati, piuttosto a una carenza generale di candidati disponibili. Ciò è dovuto tanto all’elevata mobilità dei lavoratori nel periodo post-pandemia quanto a un problema demografico, con una diminuzione della popolazione residente in età lavorativa, in particolare tra i giovani fino ai 34 anni.

Eccedenze

A parte alcuni casi specifici di imprese che rientrano nel programma del fondo di garanzia dei salari, non vi è una carenza generale di manodopera. Al contrario, le aziende si sono attrezzate sia per trattenere i lavoratori con competenze chiave sia per attrarre personale in un periodo di aumento degli ordini e di buone condizioni economiche. Tutte queste tendenze sono iniziate tra il 2019 e il 2022, mentre nel 2023 si è registrato un rallentamento parziale.


Emilia-Romagna

Con 4 437 578 abitanti, nel 2023 l’Emilia-Romagna rappresentava circa il 7,5 % della popolazione italiana.

In Emilia-Romagna il prodotto interno lordo pro capite, aggiustato per i livelli di prezzo (SPA), era pari al 112,7 % della media dell’UE-27, ben al di sopra della media nazionale del 93,2 %.

Popolazione dell’Emilia-Romagna: 4,39 milioni di persone, di cui circa 2,13 milioni attive sul mercato del lavoro, pari al 74,4 % della popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni. Una delle percentuali più elevate tra le regioni italiane. Negli ultimi tre anni il mercato del lavoro ha registrato tendenze molto positive. La distribuzione dell’occupazione regionale è la seguente: il 44,3 % dei lavoratori è impiegato nel settore dei servizi, che comprende il settore pubblico, l’assistenza sanitaria e l’istruzione; il 27,3 % lavora nell’industria manifatturiera, con un focus particolare su settori come la produzione di macchinari, automobilistico, agricolo e la produzione di macchinari per la trasformazione alimentare; il 19,5 % è impiegato nel commercio, che include alberghi e ristoranti; il 5,8 % lavora nel settore dell’edilizia e il 3,1 % è impiegato nell’agricoltura. Il turismo (città balneari, montane e artistiche) svolge un ruolo centrale. Nel mercato del lavoro regionale, il 20,9 % dei lavoratori è costituito da lavoratori autonomi, mentre i lavoratori dipendenti rappresentano il 79,1 %. Il tessuto economico resta caratterizzato soprattutto da imprese di piccole e medie dimensioni. Le catene di approvvigionamento sono collegate fra loro da rapporti di fornitura o interdipendenza lungo la catena del valore e sono sostenute da un sistema di ricerca e sviluppo, costituito da un insieme di centri specializzati, tra cui le università.

Nel 2023, più di 2 128 300 persone erano attive nel mercato del lavoro in Emilia-Romagna. In termini di istruzione, il 25,3 % di queste persone era in possesso di un’istruzione terziaria, il 48,5 % di un’istruzione secondaria e il 26,2 % di un’istruzione primaria. Il tasso di occupazione in Emilia-Romagna è stato del 52,6 % nel 2023, ossia superiore di 6,5 punti percentuali rispetto alla media nazionale in Italia e in linea con i dati del 2022.

Il tasso di occupazione delle donne è stato del 45,8 % nel 2023, mentre quello degli uomini è stato del 59,7 % e quello dei giovani del 25,1 %, tutti superiori alla media nazionale.

Tasso di occupazione20192020202120222023
TotaleItalia44.943.94445.146.1
Emilia-Romagna52.851.551.552.152.6
MaschiItalia53.752.852.65454.8
Emilia-Romagna6059.159.159.359.7
FemmineItalia36.735.735.836.937.9
Emilia-Romagna4644.444.345.345.8
GiovaniItalia18.416.717.519.820.4
Emilia-Romagna24.521.620.423.725.1

Note: lfst_r_lfe2emprt, Statistics | Eurostat (europa.eu), data refer to age group 15 years or over

Il tasso di disoccupazione in Emilia-Romagna era pari al 4,9 % nel 2023, ovvero di 2,7 punti in meno rispetto alla media nazionale nello stesso anno e in linea con l’anno precedente.

tasso di disoccupazione20192020202120222023
Italia9.99.29.58.17.6
Emilia-Romagna5.55.85.454.9

Note: lfst_r_lfu3rt, Statistics | Eurostat, data refer to age group 15 years or over

Posti vacanti

Secondo l’analisi Excelsior, nel periodo settembre-novembre 2024, le imprese regionali hanno previsto di assumere 124 860 professionisti. Queste nuove occupazioni sono per lo più nel settore dei servizi (68,9 %, compresi altri servizi, commercio e turismo) con imprese che impiegano meno di 50 persone (55,3 %). Le prime categorie della classifica per settori: altri servizi (33,6 %), industria manifatturiera (22,9 %), turismo (18,1 %), commercio (17,2 %) e costruzioni (8,1 %). I professionisti saranno assunti principalmente nelle aree di produzione di beni e fornitura di servizi (46,5 %), nel settore della vendita (13,1 %) e nei settori dell’installazione/della manutenzione (9,9 %). C’è meno richiesta di lavoratori senza qualifiche specifiche (15,6 %) o di dirigenti, specialisti e tecnici (18,3 %). Più di uno su tre (34,6 %) potrebbe riferirsi a persone di età inferiore ai 30 anni. Molte imprese indicano che avranno difficoltà a individuare i professionisti di cui hanno bisogno (49,6 %). Per i giovani stranieri in cerca di lavoro, che dispongono principalmente di competenze tecniche, tutta l’Emilia-Romagna può essere considerata un territorio proficuo per trovare un lavoro.

Penurie

Le aziende hanno avuto difficoltà a trovare i profili desiderati. Ciò ha interessato il 45 % delle assunzioni previste per il 2023. L’intreccio di vari fattori e le situazioni molto eterogenee sul territorio hanno avuto un impatto sulle aziende, rendendo difficile il reperimento del personale. I dati del 2023 mostrano un aumento dello squilibrio legato alla mancanza di profili professionali specifici, che raggiunge il 28,4 % nel 2003; la quota di squilibrio qualitativo, ossia l’inadeguatezza delle competenze dei candidati rispetto alle attese delle imprese, si mantiene al 12,4 % delle assunzioni previste.

Eccedenze

Nel territorio dell’Emilia centrale la zona con il tasso di disoccupazione più basso nel 2023 è Bologna (3,8 %), ma anche Parma (4,0 %) e Ravenna (4,6 %) sono inferiori alla media regionale. Il tasso medio di disoccupazione della regione (5,0 %) resta comunque notevolmente inferiore alla media italiana (7,7 %). Le persone in cerca di occupazione in Emilia-Romagna, in tutto circa 105 000 mila persone, sono nel 63,1 % dei casi ex lavoratori dipendenti, nel 23,3 % ex inattivi e nel 18,7 % senza esperienza lavorativa; nel 57,7 % dei casi si tratta di donne. La disoccupazione è più elevata tra le persone con un livello di istruzione inferiore: 6,7 % senza alcun titolo di studio, 4,7 % con un diploma e 3,7 % con una laurea.


Toscana

Con 3 661 981 abitanti, nel 2023 la Toscana rappresentava circa il 6,2 % della popolazione italiana.

Nella Toscana il prodotto interno lordo pro capite, aggiustato per i livelli di prezzo (SPA), è stato pari al 98,9 % della media dell’UE-27, al di sopra della media nazionale del 93,2 %.

Nel 2023 più di 1 718 000 persone erano attive nel mercato del lavoro in Toscana. In termini di istruzione, il 23,7 % di queste persone era in possesso di un’istruzione terziaria, il 46,3 % di un’istruzione secondaria e il 30 % di un’istruzione primaria. Nel 2023 il tasso di occupazione in Toscana era pari al 50,8 %, ossia di 4,7 punti percentuali al di sopra della media nazionale in Italia e in linea con i dati del 2022.

Il tasso di occupazione delle donne è stato del 43,8 % nel 2023, mentre quello degli uomini è stato del 58,3 % e quello dei giovani del 23,6 %, tutti superiori alla media nazionale.

Tasso di occupazione20192020202120222023
TotaleItalia44.943.94445.146.1
Toscana49.348.648.150.350.8
MaschiItalia53.752.852.65454.8
Toscana56.556.255.457.458.3
FemmineItalia36.735.735.836.937.9
Toscana42.741.641.543.743.8
GiovaniItalia18.416.717.519.820.4
Toscana20.217.919.525.223.6

Note: lfst_r_lfe2emprt, Statistics | Eurostat (europa.eu), data refer to age group 15 years or over

Il tasso di disoccupazione in Toscana era pari al 5,2 % nel 2023, ovvero 2,4 punti in meno rispetto alla media nazionale nello stesso anno e in linea con l’anno precedente.

tasso di disoccupazione20192020202120222023
Italia9.99.29.58.17.6
Toscana6.76.77.565.2

Note: lfst_r_lfu3rt, Statistics | Eurostat, data refer to age group 15 years or over


Umbria

Con 856 407 abitanti, nel 2023 l’Umbria rappresentava circa l’1,5 % della popolazione italiana.

In Umbria il prodotto interno lordo pro capite, aggiustato per i livelli di prezzo (SPA), era pari al 79,9 % della media dell’UE-27, ben al di sotto della media nazionale del 93,2 %.

Nel 2023, più di 384 500 persone erano attive nel mercato del lavoro in Umbria. In termini di istruzione, il 25,4 % di queste persone era in possesso di un’istruzione terziaria, il 52,2 % di un’istruzione secondaria e il 22,3 % di un’istruzione primaria. Il tasso di occupazione in Umbria è stato del 48,3 % nel 2023, ossia di 2,2 punti percentuali superiore alla media nazionale in Italia e di 1,4 punti percentuali superiore rispetto al 2022.

Nel 2023 il tasso di occupazione delle donne è stato del 41,1 %, quello degli uomini del 56,1 % e quello dei giovani del 18,7 %. I tassi di occupazione delle donne e degli uomini sono superiori alla media nazionale, mentre il tasso di occupazione dei giovani è inferiore alla media nazionale.

Tasso di occupazione20192020202120222023
TotaleItalia44.943.94445.146.1
Umbria47.346.546.946.948.3
MaschiItalia53.752.852.65454.8
Umbria54.653.654.254.156.1
FemmineItalia36.735.735.836.937.9
Umbria40.64040.340.341.1
GiovaniItalia18.416.717.519.820.4
Umbria1816.11620.818.7

Note: lfst_r_lfe2emprt, Statistics | Eurostat (europa.eu), data refer to age group 15 years or over

Il tasso di disoccupazione in Umbria era del 6 % nel 2023, inferiore di 1,6 punti rispetto alla media nazionale dello stesso anno e in calo rispetto al 7,1 % dell’anno precedente.

tasso di disoccupazione20192020202120222023
Italia9.99.29.58.17.6
Umbria8.48.16.67.16

Note: lfst_r_lfu3rt, Statistics | Eurostat, data refer to age group 15 years or over


Marche

Con 1 484 298 abitanti, nel 2023 le Marche rappresentavano circa il 2,5 % della popolazione italiana.

Nelle Marche il prodotto interno lordo pro capite, aggiustato per il livello dei prezzi (SPA), è stato pari all’87,3 % della media dell’UE-27, al di sotto della media nazionale del 93,2 %.

Le Marche sono una regione con una forte base manifatturiera, un settore che rappresenta il 27,6 % del totale degli occupati nella regione. I prodotti principali sono cuoio e calzature, legno/arredamento e tessile/abbigliamento. La produzione alimentare e la produzione meccanica sono distribuite sull’intero territorio e la regione eccelle nella produzione di beni nautici di lusso, dell’elettronica e degli strumenti meccanici. Il lavoro stagionale è legato principalmente alla stagione turistica e all’agricoltura. Nel settore manifatturiero, i settori con un profilo di produzione ciclico sono i prodotti alimentari e l’abbigliamento. Ci sono quattro università: il Politecnico di Ancona, l’Università di Urbino, l’Università di Macerata e l’Università di Camerino. Nel 2023 il 25,3 % dei dipendenti possedeva una qualifica pari o superiore al livello di laurea. L’inglese è utilizzato prevalentemente nelle società esportatrici. Il telelavoro è diffuso soprattutto nella pubblica amministrazione, ma è stato adottato anche per alcuni profili particolari in aziende più strutturate, mentre nelle piccole imprese è concesso solo in situazioni di emergenza.

Nel 2023, più di 675 900 persone erano attive nel mercato del lavoro delle Marche. In termini di istruzione, il 24,4 % di queste persone era in possesso di un’istruzione terziaria, il 46,2 % di un’istruzione secondaria e il 29,3 % di un’istruzione primaria. Nel 2023 il tasso di occupazione nelle Marche è stato del 49,4 %, ossia di 3,3 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale in Italia e in linea con i dati del 2022.

Nel 2023 il tasso di occupazione delle donne è stato del 42,6 %, quello degli uomini del 56,6 % e quello dei giovani del 20 %. I tassi di occupazione delle donne e degli uomini sono superiori alla media nazionale, mentre il tasso di occupazione dei giovani è inferiore alla media nazionale.

Tasso di occupazione20192020202120222023
TotaleItalia44.943.94445.146.1
Marche484747.149.149.4
MaschiItalia53.752.852.65454.8
Marche55.754.755.356.656.6
FemmineItalia36.735.735.836.937.9
Marche40.839.839.54242.6
GiovaniItalia18.416.717.519.820.4
Marche19.616.720.721.520

Note: lfst_r_lfe2emprt, Statistics | Eurostat (europa.eu), data refer to age group 15 years or over

Il tasso di disoccupazione nelle Marche è stato del 5,1 % nel 2023, di 2,5 punti inferiore alla media nazionale dello stesso anno e in calo rispetto al 6,2 % dell’anno precedente.

tasso di disoccupazione20192020202120222023
Italia9.99.29.58.17.6
Marche8.67.47.16.25.1

Note: lfst_r_lfu3rt, Statistics | Eurostat, data refer to age group 15 years or over

Posti vacanti

Per ottobre 2024 sono previste 11 580 opportunità di assunzione, di cui il 43,5 % nell’industria e il 56,5 % nel settore terziario. Ricerca di professioni altamente specializzate e tecniche (1 500); professioni amministrative, commerciali e di servizi (4 030); lavoratori specializzati e conduttori di impianti (4 300); profili non specializzati (1 750). Il 21 % delle posizioni previste sarà con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato e il 79 % con un contratto a tempo determinato. I posti vacanti previsti riguarderanno i giovani al di sotto dei 30 anni nel 31 % dei casi, mentre solo il 9 % delle assunzioni previste riguarderà i laureati. Per il trimestre ottobre-dicembre 2024, il numero previsto di nuove assunzioni è di 28 480 unità. Si prevede che le assunzioni raggiungeranno il 56 % nel settore dei servizi e il 70 % nelle aziende con meno di 50 dipendenti. Il numero di persone assunte nell’ultima parte dell’anno sarà di poco più di 12 000 nell’industria, di cui 2 900 saranno assunti per il settore delle costruzioni.

Penurie

Diventa sempre più difficile trovare i profili desiderati. I profili professionali difficili da trovare sono principalmente lavoratori specializzati e operatori di impianti (66,8 % dei casi). La percentuale di difficoltà a trovare lavoro in questo gruppo sale all’84,2 % per i meccanici artigianali, gli assemblatori, i riparatori, i manutentori di macchine fisse/mobili e al 94,2 % per i lavoratori specializzati nella produzione di cuoio, pelli e calzature. Le difficoltà di assunzione per le professioni altamente specializzate e tecniche sono stimate intorno al 58 %. I profili più difficili da assumere sono i tecnici sanitari (71,9 %), gli ingegneri (69,5 %), gli insegnanti della scuola primaria e gli insegnanti prescolari (74,0 %) nonché gli analisti e gli specialisti in materia di progettazione delle applicazioni (93,5 %).

Eccedenze

Il numero di disoccupati è stato di 34 745 unità (media ISTAT 2023), dove le donne rappresentano il 53,3 % del totale, i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni il 17,4 %, la fascia di età 25-34 anni il 23,2 % e la fascia di età 35-49 anni il 30,4 %, un dato sostanzialmente in linea con quello delle persone di età pari o superiore a 50 anni. Le persone in cerca di lavoro sono distribuite nelle province come segue: 24,9 % nella provincia di Pesaro e Urbino, 36,2 % nella provincia di Ancona, 21,3 % nella provincia di Macerata, 11,2 % nella provincia di Ascoli Piceno e 6,4 % nella provincia di Fermo. Poco meno del 40 % delle persone in cerca di occupazione non possiede più di un’istruzione secondaria inferiore; il 47,1 % ha completato l’istruzione secondaria e il 13,8 % ha un titolo di istruzione terziaria (universitaria o post-laurea). Secondo i dati provenienti da fonte amministrativa, non ci sono eccedenze specifiche o significative per le principali qualifiche.


Lazio

Con 5 720 536 abitanti, il Lazio rappresentava circa il 9,7 % della popolazione italiana nel 2023.

Nel Lazio il prodotto interno lordo pro capite, aggiustato per i livelli di prezzo (SPA), era pari al 105,1 % della media dell’UE-27, ben al di sopra della media nazionale del 93,2 %.

L’attività economica nel Lazio ha continuato a crescere, in linea con il resto del paese. L’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) della Banca d’Italia mostra una crescita dello 0,9 % su base annua in termini reali, simile alla media italiana. Il maggior contributo alla crescita regionale è stato fornito dal settore dei servizi, in particolare dal turismo nell’area metropolitana di Roma, grazie alla profusione di strutture ricettive non alberghiere. La stessa vivacità si riscontra nel settore delle costruzioni, grazie anche alla graduale ripresa degli investimenti in opere pubbliche, che ha contribuito a porre fine al lungo periodo di recessione che il settore aveva attraversato. Tuttavia, l’attività nell’industria in senso stretto è diminuita, rispecchiando in larga misura la tendenza del settore energetico. Il settore manifatturiero ha risentito della debolezza del commercio internazionale e del calo delle esportazioni. L’occupazione ha recuperato i livelli pre-pandemici, con una crescita alimentata principalmente da posizioni temporanee.

Nel 2023, più di 2 558 300 persone erano attive nel mercato del lavoro del Lazio. In termini di istruzione, il 32 % di queste persone era in possesso di un’istruzione terziaria, il 47,3 % di un’istruzione secondaria e il 20,7 % di un’istruzione primaria. Il tasso di occupazione nel Lazio è stato del 48 % nel 2023, ovvero di 1,9 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale in Italia e di 1,1 punti percentuali in più rispetto al 2022.

Nel 2023 il tasso di occupazione delle donne è stato del 40,3 %, quello degli uomini del 56,3 % e quello dei giovani del 18,3 %. I tassi di occupazione delle donne e degli uomini sono superiori alla media nazionale, mentre il tasso di occupazione dei giovani è inferiore alla media nazionale.

Tasso di occupazione20192020202120222023
TotaleItalia44.943.94445.146.1
Lazio47.146.245.846.948
MaschiItalia53.752.852.65454.8
Lazio55.154.554.15556.3
FemmineItalia36.735.735.836.937.9
Lazio39.838.538.339.640.3
GiovaniItalia18.416.717.519.820.4
Lazio15.814.615.216.318.3

Note: lfst_r_lfe2emprt, Statistics | Eurostat (europa.eu), data refer to age group 15 years or over

Il tasso di disoccupazione nel Lazio è stato del 7,1 % nel 2023, in linea con la media nazionale dello stesso anno e in linea con l’anno precedente.

tasso di disoccupazione20192020202120222023
Italia9.99.29.58.17.6
Lazio9.99.2107.77.1

Note: lfst_r_lfu3rt, Statistics | Eurostat, data refer to age group 15 years or over

Posti vacanti

Molti dei posti di lavoro vacanti si trovano nella città di Roma e nella sua provincia e in alcune zone costiere delle province di Roma e Latina. In tutte le province della regione Lazio le assunzioni nel settore delle costruzioni e dei servizi pubblici sono in crescita; le opportunità legate ai servizi di mercato, come i servizi di comunicazione, accoglienza e ristorazione, si trovano principalmente a Roma. Roma ha consolidato la propria posizione di polo attraente per tutte le categorie e in particolare per i profili intellettuali, scientifici e altamente specializzati, mentre in tutte le altre province del Lazio sono cresciute le professioni non qualificate. Si è registrata anche una crescita del numero di professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi, che vanno da un minimo del 16 % per Roma a un massimo del 24 % per Rieti. Per quanto riguarda l’equilibrio di genere nelle assunzioni nella regione Lazio, le donne rappresentano il 46 %, con una crescita maggiore rispetto alla quota maschile.

Penurie

Il fabbisogno complessivo di assunzioni nel Lazio per gli anni 2024-2028 è stato stimato in circa 357 000 posti. Una parte significativa del fabbisogno previsto per il quinquennio riguarderà il personale dirigente, gli specialisti e i tecnici, che rappresentano il 48 % del totale e circa 170 000 posti. Gli impiegati e le professioni commerciali e dei servizi copriranno il 32 % del fabbisogno totale, pari a circa 112 000 lavoratori, mentre la domanda stimata di lavoratori qualificati e operatori di impianti sarà di circa 44 000 (12 %). Allo stesso modo, un’alta percentuale del fabbisogno di assunzioni riguarderà personale con un’istruzione terziaria (44,5 %), mentre il 45,7 % dei lavoratori avrà bisogno di una qualifica di scuola secondaria, come un diploma di scuola superiore (16 000 posti), un diploma tecnico-professionale (95 000 posti) o una qualifica o un diploma di formazione professionale (52 000 posti).

Eccedenze

Un’analisi dei rapporti di lavoro cessati nella regione evidenzia un aumento dei contratti che terminano nel settore agricolo, settore anch’esso caratterizzato da bassi livelli di assunzioni in tutta la regione. Ciò ha un impatto particolarmente negativo sulla zona di Latina, che è caratterizzata da questo tipo di attività. Le professioni più esposte all’automazione, tra quelle che possono essere automatizzate, sono la produzione di film, video e programmi televisivi, la produzione musicale e di registrazioni sonore, seguite dai ruoli di ristorazione, di supporto agli uffici e da altri servizi di supporto alle imprese.