Prendere in considerazione il settore aziendale
Viene istintivo pensare che il futuro lavoratore perfetto dovrebbe già lavorare nel settore delle ONG. Se da un lato può essere vero, questo riduce notevolmente il potenziale bacino da cui attingere per le assunzioni per cui la persona più adatta per un lavoro potrebbe sfuggire alla selezione. Le competenze e l’esperienza acquisite nel settore aziendale possono essere altrettanto preziose per un’organizzazione.
Dare il giusto valore all’esperienza pertinente
È altrettanto importante non trascurare eventuali esperienze rilevanti che un potenziale lavoratore ha maturato al di fuori del proprio impiego, soprattutto se ha una limitata esperienza professionale. Il lavoro di volontariato o in comunità dimostra che il candidato ha spirito di iniziativa e può davvero completare le competenze lavorative dell’interessato – specialmente se tale esperienza è maturata nel settore o in un paese con cui la ONG è attiva – rendendolo così ideale per la posizione.
Non dare priorità alla "passione" per la causa
Non c’è dubbio che la ONG in questione faccia un ottimo lavoro e molti membri del relativo personale sarebbero entusiasti all’idea di poter fare la differenza nel settore. Tuttavia, a meno che questa passione per il settore non sia sostenuta da una passione – e dal talento – per il ruolo da ricoprire in sé, forse potrebbe essere meglio assumere qualcuno che non abbia sempre sognato di salvare l’ambiente, di lottare contro la povertà o di cambiare il mondo. È molto più facile per un nuovo lavoratore far propria e abbracciare la missione e i valori di una determinata ONG piuttosto che imparare a fare bene il proprio lavoro.
Mettere alla prova i candidati
Può essere impegnativo lavorare in un’organizzazione che fa affidamento sulle donazioni, ha contatti regolari con persone vulnerabili o si occupa di questioni delicate: potrebbe rendersi necessario un insieme di competenze diverso, in cui il potenziale lavoratore possa rispondere in modo efficace ai vari tipi di sfide che potrebbe incontrare in questi ambienti unici.
Rivolgere al candidato, durante la fase dei colloqui, domande sulle sfide più difficili che ha affrontato in passato o su che cosa farebbe in uno scenario ipotetico può aiutare a individuare la persona con il temperamento giusto per eccellere in una ONG.
Essere obiettivi sulle capacità di un candidato
I neo-assunti hanno sempre molto da imparare e devono avere la possibilità di «crescere nella posizione». Ma se è richiesta una crescita sproporzionata, è possibile che si sia dato troppo credito al potenziale del candidato durante la fase dei colloqui. Se si è obiettivi sulle capacità delle persone è possibile evitare una trappola nella quale è molto facile cadere, riducendo così la possibilità di dover passare nuovamente attraverso il processo di assunzione una volta scoperto che il candidato scelto non è adatto per il lavoro.
Offrire condizioni di lavoro interessanti
L’assunzione è una strada a doppio senso: il datore di lavoro potrebbe pensare di aver trovato il candidato perfetto e tuttavia rimanerne deluso a meno che questa persona non voglia attivamente lavorare per la sua azienda. Condizioni di lavoro interessanti, che chiariscano cosa aspettarsi dal proprio ruolo, tutti gli eventuali benefit e il sostegno che il datore di lavoro fornirà per aiutare l’interessato a fare progressi contribuiranno a garantire trasparenza incoraggiandoli ad accettare l’offerta.
Recentemente abbiamo parlato molto di ONG: chi è interessato alle ONG in Europa e sul perché qualcuno potrebbe desiderare di lavorare per tali organizzazioni non deve perdersi l’articolo «NGOs: what, why and how» (Le ONG: cosa, come e perché).
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Dettagli
- Data di pubblicazione
- 10 luglio 2017
- Autori
- Autorità europea del lavoro | Direzione generale per l’Occupazione, gli affari sociali e l’inclusione
- Temi
- Affari/imprenditorialitàSuggerimenti e ideeTendenze di reclutamentoGioventù
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